
Un vantaggio che l'estate sta per finire è che per un po' non sentiremo più parlare di scontrini pazzi. L'addebito per il taglio della pizza. L'extra per il ghiaccio. Il sovrappiù per il pepe... Che noia. Lo diciamo noi che non siamo liberisti, ma «È il mercato, bellezza».
Comunque. Quando ieri si è diffusa la notizia che un politico aveva postato l'ennesimo scontrino lamentoso, per un po' il dubbio era se fosse di Verdi e Sinistra o di Verdi e Sinistra. E invece, incredibilmente, era di Verdi e Sinistra. Si tratta del mitologico Francesco Borrelli - un uomo che tra tante battaglie sbagliate ogni tanto ne fa una stupida - il quale ha fotografato uno scontrino commentando: «Oggi mi so ritrovato a prendere un caffè e lo pagato la bellezza di 2.50 ma dove siamo arrivati. I turisti scappano con sti prezzi».
E pure la grammatica se l'è data a gambe.
Politico e giornalista e non sappiamo se ci terrorizza più il primo che non sa dove mettere l'acca o il secondo che fa il populista anche al bar - Borrelli ignora che 2,50 euro per un caffè al tavolo, sul lungomare di Napoli, è poco (a Milano, in periferia, in piedi, a quel prezzo non sporcano neanche la tazzina); che 'sti proletari di camerieri devono essere pagati; e che, semmai, la cosa strana è che alle 11,57 abbiano battuto 10 scontrini...
Come fanno 'o cafè a Napoli, nessuno.Mah. Vista la gravità della cosa, pensiamo che la Meloni debba riferire in Parlamento. Dove, peraltro, alla buvette il caffè sta a un euro. Anche per quei pezzenti di deputati di Verdi e Sinistra.