Conduttori carini, rigidi, secchioni Pregi e difetti della generazione talk

I grandi maestri del genere hanno già in casa i loro successori. Rete per rete, chi funziona e chi no: ecco i "nuovi" chiacchieroni

Conduttori carini, rigidi, secchioni 
Pregi e difetti  della generazione talk

Se lo chiedessimo a loro, probabilmente farebbero tutti lo stesso nome: David Letterman. Tutti quelli che fanno un talk show confessano di ispirarsi al crudele “bretella” made in Usa. Poi però, quello è Letterman dal 1980, e un nuovo Letterman non esiste ancora. E loro, nel frattempo, sono diventati grandi, perciò è finita l’epoca in cui potevano fantasticare su cosa sarebbero diventati da grandi: ormai sono tutti già diventati. È la seconda generazione dei “talkettari”. Quelli che, stagione dopo stagione, punto di share dopo punto di share, polemica dopo polemica, scoop dopo scoop, sono diventati gli “adulti del giovane Holden”. I seguiti naturali dei Vespa, dei Santoro, delle Annunziata... E di quell’altra generazione “di mezzo” fatta dai Fazio, dai Floris, dalle Bignardi... Sono tutti il seguito di qualcuno. Si chiamano Victoria Cabello, Alessio Vinci, Luisella Costamagna, Luca Telese, Gianluigi Paragone, Ilaria D’Amico e Stefano Zurlo. Ah, e poi c’è Maurizio Costanzo. Che è nato con la prima generazione dei signori del talk, ha resistito con quella di mezzo, ed è rinato con la terza scavalcando la barricata (da Mediaset alla Rai) e ripartendo da dove aveva iniziato (Bontà loro). Intanto la tv li ha dichiarati maggiorenni, e visto che a diciott’anni ognuno è responsabile della faccia che ha... Pregi, e autocondanne dei “nuovi” volti dei talk. Perché il piccolo schermo fa grandi i tic.
Victoria Cabello: La 7 sta per chiudere il suo Very Victoria, ma ha già allo studio un nuovo format con il quale la conduttrice esordirà il prossimo autunno. Limite: Si è un po’ autoconfinata a una tv di nicchia e al nord con un «birignao» di difficile comprensione fuori dalla cerchia dei Navigli. Probabilmente a Matera la guardano come E.T. Pregio: Riesce a dare grandissimo ritmo a tutto ciò che fa in tv.
Alessio Vinci: Gli è capitata in testa la tegola di sostituire Enrico Mentana a Matrix. Ma è «evaso» dalla sindrome di «Rebecca la prima moglie» riuscendo (con la puntata su Avetrana) a registrare il record di ascolti del programma: 42 per cento di share con picchi del 51. E si è scrollato di dosso il reducismo da Cnn. Limite: Si ostina a non diventare italiano. E da «americano dentro», si annoia mortalmente davanti ai pantani della dietrologia politica. Anche in onda. Tanto trascina il pubblico quando si diverte, tanto diventa evidente quando si annoia. Pregio: È alto, bello, fortunato, professionale e ha una malcelata anima da entertainment che prima o poi qualcuno noterà.
Stefano Zurlo: Inviato del Giornale, da fine settembre conduce Iceberg su Telelombardia ma sembra che in tv ci sia sempre stato. Adorato da un pubblico trasversalissimo. Limite: Il look, pensate a Zurlo dopo sarto e parrucchiere... Pregio: È preparato, educato, resta calmo anche durante lo tsunami. Ha la faccia del figlio intelligente che qualsiasi mamma vorrebbe avere.
Ilaria D’amico: Conduce Exit su La7 (oltre ad essere la Signora del calcio Sky). È il tubino più autorevole della tv, con la sua massa di stilosi capelli neri e i suoi tacchi a spillo che «cavalca» senza fatica per ore di diretta. Limite: È un po’ andreottiana la sua ostinazione a pescare da due forni, lo sport e l’attualità. Prima o poi dovrà svelare se da grande vorrà fare la giornalista, la mamma o la dark lady. Pregio: Si muove in un mondo di maschi senza rinunciare alla sua femminilità e senza mai mostrare la benché minima forma di soggezione.
Gianluigi Paragone: È il vicedirettore di Raidue e conduce sulla sua rete il talk L’ultima parola che è spesso diventato il luogo dei grandi scontri politici (epocale fu la lite dell’anno scorso tra Marco Lupi e Italo Bocchino). Limite: La postura televisiva. Si muove in studio come un conduttore «de sinistra» ma è troppo per bene e troppo educato per brutalizzare gli ospiti sgraditi. Pregio: Il coraggio di dichiararsi, da conduttore, di centrodestra. È uno che ci mette la faccia. È la Rai che vorremmo. Ma che non avremo.
Luisella Costamagna: Conduce, in coppia con Luca Telese, In onda su La7. Limite: A Parigi è in corso la mostra «Le brune e le bionde del cinema». Ecco, lei è rimasta prigioniera dei suoi capelli. Da «extension da talk» di Santoro è passata a «exstension da talk» di Telese. Eppure magari ce la farebbe anche da sola. Pregio: Si vede che è una che si impegna.
Luca Telese: Conduce, in coppia con la Costamagna, In onda su La7. Limite: Sembra un personaggio arrivato direttamente dagli anni Cinquanta e rivestito in fretta per il Terzo millennio. Ha una sorta di mestizia nel corpo di cui non si libera. Pregio: È preparato e il pubblico se ne accorge, perché questo in tv, si vede bene. Un giorno, forse, ce lo ritroveremo in un ruolo autorale importante.
Maurizio Costanzo: O forse è il suo avatar...

Limite: Dopo anni di Teatro Parioli, avrebbe dovuto ribellarsi con la Rai per lo studiolo di Bontà Loro. Pregio: È l’uomo che è riuscito ad andare in onda ad ogni ora, da qualsiasi piattaforma. Riuscendo a far digerire al pubblico il suo «andirivieni» tra Rai e Mediaset.

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