Confindustria, fine di un tabù: tre banche nell’Unione romana

I tre istituti bancari sono Capitalia, Bnl e Unicredit

Capitalia, Bnl e Unicredit entrano nell’Unione degli industriali e delle imprese di Roma e cade definitivamente l’ultimo tabù nel rapporto tra banche e imprese. Un binomio che in passato è stato spesso e soltanto conflittuale. In più, se per le due banche romane si tratta di un passaggio della rappresentanza che resta nell’ambito territoriale, per piazza Cordusio, istituto milanese, è forse un segnale ancora più marcato in direzione della volontà di cambiamento nella rappresentanza delle imprese manifestata da più parti.
Le banche che hanno aderito all’associazione capitolina, appositamente riformata a fine 2005 per questo scopo dal presidente Luigi Abete, sono le stesse che nei mesi scorsi si sono, più o meno apertamente, schierate contro l’elezione di Corrado Faissola a presidente dell’Abi, l’unica l’associazione (finora) a rappresentare gli istituti di credito. Il presidente di Bnl, nella doppia veste di imprenditore-banchiere, aveva da tempo caldeggiato questo approccio allo scopo di fare sistema per le imprese tout-court senza più distinzione tra quelle a vocazione finanziaria o di servizi e quelle industriali.
Si tratta di un approccio «innovativo e integrato», come ha sottolineato il leader degli imprenditori, Luca Cordero di Montezemolo salutando la decisione delle tre banche.

«La sperimentazione che prende oggi avvio, con l’ingresso di alcuni tra i principali gruppi bancari nell’Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma, guarda all’economia in modo innovativo e integrato» ha sottolineato il presidente di Confindustria aggiungendo di aspettarsi «da questa iniziativa un dialogo sempre più ampio, ma anche finalizzato a progetti di crescita delle imprese, in particolare per le Pmi, e del territorio».

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