Gian Maria De Francesco
da Roma
Come se non bastassero la Finanziaria e la riforma delle pensioni il governo dellUnione ha aperto un terzo fronte politico per dare una spallata al centrodestra e al suo leader Silvio Berlusconi: il conflitto di interessi. La strategia ricorda quella attuata dalla Germania nel 1941 quando, già in difficoltà contro Gran Bretagna e in Africa, la Wehrmacht fu impegnata anche in Russia con lOperazione Barbarossa. Ma se i tedeschi, almeno fino a quel momento, potevano contare su una solida coesione interna, lo stesso non vale per la maggioranza di centrosinistra.
Allala radicale, che vorrebbe limmediata estromissione dellex premier dalla vita politica, fanno da contraltare i moderati della coalizione, più orientati al dialogo con la Cdl. Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha già messo le mani avanti in tema di conflitto di interessi. «Penso che sia un errore madornale proporre il tema adesso, sapendo oltretutto che non abbiamo i numeri per affrontarlo», aveva detto al Giornale.
Mastella non è lunico esponente della maggioranza a voler frenare gli intenti punitivi dei propri alleati. Il governatore diessino della Campania, Antonio Bassolino, si è sintonizzato sulla stessa lunghezza donda. «No a una legge contra personam», ha dichiarato in unintervista pubblicata ieri dal Corriere della Sera. Ma Bassolino si è spinto oltre: una nuova legge sul conflitto di interessi deve essere linizio del «dialogo fra i due schieramenti», un dialogo che «deve nascere in Parlamento». Una vera e propria stoccata allesecutivo considerato che un pool di saggi coordinati dal ministro Vannino Chiti sta lavorando a Palazzo Chigi su una proposta convergente ma in qualche modo alternativa a quella presentata dal capogruppo dellUlivo alla Camera, Dario Franceschini.
Secondo il presidente della Regione Campania, quindi, non è più tempo di «vendette intempestive», nemmeno per Romano Prodi. «Se qualcuno mira ancora a tramutare il conflitto di interessi nellalibi per mettere a segno un esproprio ai danni dellex premier non ha capito dove va la storia», ha concluso Bassolino indicando proprio in Silvio Berlusconi il potenziale interprete di una nuova fase di dialogo per «condurre un confronto serio sulle riforme istituzionali».
Il premier Romano Prodi ha cercato di minimizzare per difendere una misura che gli sta particolarmente a cuore. «Vi assicuro - ha detto ieri alla Festa della Margherita - che non avrà intenti punitivi. Ci sarà unimpostazione tale da avvicinare lItalia alle grandi democrazie. Varrà anche per gli amministratori degli enti locali».
Lintervento bassoliniano e le precedenti dichiarazioni di Mastella sono però stati stigmatizzati dalle altre componenti dellUnione. Non è stato tenero il prodiano Franco Monaco che ha parlato di un «eccesso di zelo pompieristico tra le nostre file» ricordando come Berlusconi rappresenti un «caso esponenziale di conflitto di interessi che incombe sulla democrazia italiana». Il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha invece chiesto «un confronto fra le segreterie dei partiti dellUnione» prima che in Consiglio dei ministri o in Parlamento sia affrontata la questione. «Dopo linciucio sullindulto - ha aggiunto - chiediamo che questo segno di discontinuità inizi proprio dal conflitto di interessi. Non possiamo sempre mastellare».
Dalla sinistra radicale un coro unanime. «La legge va fatta immediatamente, è una delle priorità del nostro programma», ha detto Manuela Palermi (Pdci). «Non esistono ragioni affinché la questione possa venire rinviata; questo errore fu già commesso nel 96, se dovesse riaccadere, gli elettori non ce lo perdonerebbero», ha dichiarato Graziella Mascia di Rifondazione. Rassicurante la diessina Anna Finocchiaro: «Se qualcuno pensa che lUnione voglia colpire le ricchezze del presidente Berlusconi, pensa una cosa fuori da ogni logica».
Forza Italia fa quadrato e pensa anche a soluzioni estreme. «Ineleggibilità o incandidabilità sono incostituzionali», ha precisato il vicepresidente della Commissione Ue e autore della legge attualmente in vigore, Franco Frattini (Fi), invitando «quella maggioranza che troppo spesso resta silenziosa a scendere in piazza perché su questo tema cè in gioco una questione di libertà». Allo stesso modo, il progetto di introdurre una nuova Authority con competenze in materia lede i principi della legge fondamentale.
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