Politica

Conflitto d’interessi: l’Unione tende la mano, il Polo non si fida

Violante, relatore del progetto di legge: «Non obbligheremo Berlusconi a vendere, mettiamo da parte le prevenzioni». Fi: valanga di ipocrisie

da Roma

Sceglie i toni bassi, la maggioranza, al via dell’iter per la nuova legge sul conflitto di interessi. Parla persino di dialogo, ma la Cdl resta sul piede di guerra sospettando «una valanga di ipocrisia» (Bertolini) e persino una manovra per eliminare l’avversario Berlusconi e andare a elezioni anticipate (La Loggia).
Luciano Violante, relatore del progetto di legge sottoscritto da tutti i capigruppo dell’Unione (per primo dall’ulivista Franceschini), spiega in commissione che la legge Frattini varata soltanto due anni or sono presenta molte lacune, ma può essere «aggiustata» da un nuovo intervento legislativo, che non vuole essere «contro qualcuno». «Lo spirito con il quale sarebbe proficuo affrontare il tema - spiega Violante - non è quello dell’intervento su una tabula rasa, ma dell’integrazione e perfezionamento della legge esistente». L’ex presidente della Camera tende la mano alla Cdl, affermando che si dovranno valutare assieme «caso per caso le soluzioni più opportune, congrue, eque e costituzionalmente corrette». Addirittura, aggiungerà davanti ai microfoni tv, la nuova legge «non può obbligare Berlusconi o altri a vendere: bisogna mettere da parte la prevenzione contro Tizio o Caio ed evitare misure esorbitanti rispetto allo scopo. Possiamo fare una legge seria che serva a tutti e confido che se faremo una cosa seria anche l’opposizione possa votarla. E se non sarà una cosa seria io non ci sarò». Violante dice di voler trovare un metodo, «nel caso dei grandi patrimoni, che soddisfi la trasparenza della conduzione, il non uso del potere pubblico a finalità private, ma che non penalizzi un asset fondamentale per il Paese».
Riguardo agli aspetti tecnici del provvedimento, il relatore è soddisfatto dell’intenzione del governo di limitarsi a porre alcuni emendamenti al testo di legge parlamentare e chiarisce che le «profonde correzioni alla legge Frattini riguardano l’estensione ai presidenti di Provincia, Regione e sindaci delle norme, l’istituzione di un’autorità sanzionatoria autonoma, la definizione più chiara del conflitto di interessi e dei principi di incompatibilità, riducendo quelli di ineleggibilità per cui l’eletto possa decidere se fare l’uomo di governo o di impresa, e tenendo presente che limitare il controllo unicamente ai concessionari radiotelevisivi potrebbe risultare insufficiente». Prevenire e non reprimere, la linea morbida predicata da Violante. Le norme sull’incompatibilità andranno demandate alla Corte costituzionale (come in Francia e Germania) con un pdl costituzionale ad hoc.
Precisazioni e rassicurazioni che non vengono ritenute però credibili da larga parte della Cdl. Malan e Santelli (Forza Italia), Bocchino e La Russa (An) ritengono la legge un espediente per «eliminare Berlusconi» o «costringerlo a vendere Mediaset».

L’udc Vietti si soddisfa dei propositi di Violante mentre Maroni annuncia che la Lega procederà «autonomamente».

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