Al Congresso del Pli di Roma vince la linea del protagonismo liberale, che spera di attirare i delusi di Pdl e Pd, contro quella che voleva l’alleanza con il partito di Silvio Berlusconi. La prima, sostenuta dal segretario uscente Stefano De Luca, che è stato confermato, e da Paolo Guzzanti, nominato vicesegretario, ha ottenuto il 73 per cento dei voti, mentre la minoranza guidata da Arturo Diaconale e Marco Taradash ha registrato il 23 per cento. Sono stati nominati anche il presidente d’onore Carla Martino e il presidente Carlo Scognamiglio Pasini. De Luca ha indicato un ufficio di segreteria costituito da Roberto Petrassi, Mario Caputi, Ivan Uncini, Stefano Maffei e ha sottolineato come la presenza di giovani rappresenti un segno di rinnovamento. Sempre ieri il Consiglio nazionale ha chiuso il XXVII Congresso eleggendo la Direzione nazionale.
Per Guzzanti, il partito deve rivolgersi ai cittadini delusi da un «bipolarismo fasullo e illiberale». Replicando sabato all’intervento di Diaconale e rispondendo all’attacco personale di Taradash, l’ex-deputato di Fi che ha deciso di aderire al Pli li ha definiti «ascari belusconiani che vorrebbero offrire in omaggio al presidente del Consiglio un Pli impagliato da appendere sul caminetto di Arcore». E ha contrapposto alla loro posizione quella di chi vuole «spalancare un nuovo spazio di libertà aperto a tutti, mentre un’ondata di frustrazione e rabbia viene sia dall’area berlusconiana che dall’elettorato del Pd in disfacimento per mancanza di ideali e di coraggio».
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