da Roma
Il Coni lancia lallarme: lo sport italiano è a rischio paralisi. Il decreto Bersani sulle liberalizzazioni rischia di tagliare almeno 100 milioni di euro (secondo le previsioni più ottimistiche degli esperti del Foro Italico) dei 450 già stanziati dallultima Finanziaria. In base a uninterpretazione rigida della legge il Comitato olimpico nazionale dovrebbe pagare tre volte: come Coni, come Coni Spa e come federazioni sportive, cioè con le tre strutture diverse del Comitato. «Sarebbe una paralisi per la preparazione olimpica - ha detto ieri al termine della Giunta esecutiva il presidente del Coni Gianni Petrucci - ma se il governo in finanziaria ha stabilito che lo sport per vivere ha una necessità di 450 milioni di euro, noi ci aspettiamo una risposta serena e che pertanto questo decreto non venga applicato per lente sportivo, che oltretutto in questo caso si troverebbe a vederlo applicato tre volte».
È il segretario generale, nonchè amministratore delegato di Coni Spa, Raffaele Pagnozzi, a spiegare questi tagli in cifre: nelle stime fatte il Coni perderebbe nel triennio 110 milioni di euro (circa 37 milioni lanno), la Coni Servizi tra i 40 e i 45, mentre le federazioni nel complesso tra i 120 e i 130 milioni nellarco dei tre anni (anche in questo caso la perdita annuale si aggirerebbe intorno ai 40-45 milioni). Il grido dallarme arriva alla vigilia del voto di fiducia che il governo Prodi chiederà oggi al Senato e venerdì alla Camera. «Siamo sicuri che lesecutivo supererà i suoi problemi, ma già dalla prossima settimana ci aspettiamo delle risposte concrete», aggiunge Petrucci.
Il numero uno del Coni aveva già sollevato il problema, scrivendo una lettera in cui paventava il pericolo che la legge intervenisse pesantemente sul finanziamento stanziato per il Coni.
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