nostro inviato a Washington
Fiducia, conoscenza e regole per uscire dalla crisi. Giulio Tremonti conclude la sua missione a Washington, agli incontri del Fondo monetario e del G7-G20, riconoscendosi in tutto e per tutto nel comunicato emesso dai Sette al termine del summit. «La crisi c'è ancora - osserva - e ci sono anche i segnali che indicano che qualcosa si muove verso il meglio. Il comunicato è realistico: sono emersi dati oggettivamente non negativi, in parte inattesi, in parte sorprendenti. Ma siamo ancora in terra incognita». «Questa - sottolinea il ministro dell'Economia - è una crisi che deriva dalla non conoscenza sufficiente dei fatti in atto, e conoscerne la struttura è contributo essenziale alla sua soluzione». Inoltre, dalla discesa in campo dei governi, molto è cambiato, e in questo il G20 ha avuto un ruolo centrale. Infine le regole: finanziarie e tecniche, ma anche di tipo istituzionale. Come presidente di turno del G8, l'Italia convocherà a Roma un summit internazionale di giuristi per discutere su un set di regole nuove.
Anche Mario Draghi si riconosce nel comunicato del G7. Fra i segnali positivi, che riguardano il commercio internazionale, Draghi ricorda l'aumento dei noli marittimi internazionali, mentre Tremonti aggiunge che l'Agenzia delle Dogane segnala un progressivo miglioramento del traffico portuale. Ma i rischi non mancano. La recessione potrebbe peggiorare, non lo si può escludere a priori, e c'è anche un rischio di deflazione, osserva Draghi. «È migliorata la percezione del rischio, ma i rischi esistono», dice. E aggiunge una parola tranquillizzante sulla capitalizzazione delle nostre banche: «Se gli stress test avessero rivelato anomalie, le autorità sarebbero intervenute».
Un mix di prudenza e di speranza caratterizza l'atmosfera intorno a questi incontri primaverili del Fmi. «Alcuni Paesi finanzieranno il Fondo con la sottoscrizione di bond», annuncia il direttore generale Dominique Strauss-Kahn: ed è la prima volta che succede. Il direttore dell’Fmi aggiunge: «C’è uno squarcio tra le nuvole». Il segretario al Tesoro Usa Tim Geithner ammette che «l'economia americana deve affrontare grandi sfide, e ci vorrà ancora tempo prima che il clima economico migliori» e che è troppo presto per dire che i rischi sono cessati. Geithner conferma che si vedono, tuttavia, alcuni segnali positivi. Anche l'eurocommissario agli affari economici, Joaquin Almunia, vede incerta la situazione economica dell'area dell'euro, «con un sistema bancario e un mercato interbancario che, per il momento, rimangono fragili».
L'opinione di Draghi è che nelle ultime settimane sia emerso un «modesto recupero di fiducia» sul mercato. «Sembra che gli scenari peggiori sulle prospettive dell'economia globale e del settore finanziario - osserva nel suo intervento al Comitato monetario e finanziario del Fmi - non siano più così centrali nella mente dei partecipanti al mercato, e questo ci offre un'opportunità unica per azioni di breve periodo per stabilizzare il ruolo delle istituzioni e promuovere l'espansione del credito; e - aggiunge il governatore di Bankitalia - «attuare misure di rafforzamento del sistema, nel medio periodo».
Mentre si spengono i riflettori sugli incontri di Washington, che si concludono oggi con la riunione del Comitato per lo sviluppo, si aprono mesi di intenso lavoro per mettere a punto la strategia anticrisi messa in campo dal G20 al summit di Londra. Il prossimo vertice del G20 si terrà a New York, probabilmente il 21 o il 28 settembre, durante i lavori dell'assemblea delle Nazioni Unite. A guidare il vertice sarà Barack Obama.
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