Nel 2030 un italiano su tre avrà più di 65 anni; tale incidenza sulla popolazione complessiva era pari al 13% nel 1980, al 15% nel 1990. Gli anziani sono destinati ad aumentare. Lo scenario demografico italiano nei prossimi tre decenni vedrà le classi senili sempre più protagoniste ed incisive. Gli sviluppi economici registrati e la diffusione dei programmi sanitari patrocinati anche dall'Organizzazione mondiale della sanità hanno consentito di raggiungere questi risultati nel XX secolo.
Grande è ancora lo spazio di crescita per la medicina. Basta pensare che molte persone sono ancora portatrici di dentiere mobili che causano dolori alle gengive e grossi problemi nel mangiare. La causa più frequente della perdita dei denti è la malattia parodontale, la piorrea, che provoca retrazione ossea e perdita di supporto e colpisce anche persone in età non avanzata. Si ricorre alla protesi mobile di solito per ragioni finanziarie, in quanto è il tipo di terapia con il costo minore, ma vi sono altre cure sperimentate che restituiscono denti fissi e funzionalità perfetta. L'implantologia ha compiuto grandi passi avanti: da molti anni si inseriscono nell'osso viti di titanio, sulle quali saranno poi inseriti denti fissi e definitivi, del tutto simili a quelli naturali. Ne parliamo con il dottor Emilio Francini Naldi, odontoiatra in Firenze,Milano, Roma (www.efran.it - 055 - 89.06.10)
«Ogni giorno si rivolgono al dentista persone con mancanza di denti curati con protesi mobili a causa dell'osso insufficiente. Ma ogni dentista potrebbe essere in grado di ridare una bocca naturale a tutti, indipendentemente dall'età e dalla presenza di osso residuo: gli impianti possono essere sempre inseriti, magari ricorrendo a terapie di accrescimento osseo per ottenere spessori sufficienti all'inserzione».
Tra i problemi che affliggono i pazienti vi è quello del lungo tempo per le cure.
«Dopo l'inserzione sono necessari circa cinque mesi prima di poter posizionare i denti definitivi sugli impianti. In questo periodo, tradizionalmente, i pazienti venivano mantenuti in condizioni di grande disagio: o senza denti o con protesi mobili scomode e impresentabili. Oggi negli studi più avanzati si effettuano terapie della durata di poche ore, e si mantengono in bocca al paziente protesi fisse, anche se provvisorie, che assicurano funzionalità ed estetica ideali. I pazienti desiderano poter vivere il periodo che intercorre tra l'intervento ed i denti definitivi mantenendo i propri rapporti sociali. Nel caso in cui il paziente sia privo di denti dopo un intervento della durata di una o due ore, può rimettere la dentiera che aveva ed alla quale era abituato, mentre se sono tutti da estrarre, come spesso avviene nella malattia parodontale, verranno tolti quelli più mobili che saranno sostituiti con impianti, ma ne verranno mantenuti alcuni sui quali sarà inserita una protesi fissa provvisoria nel corso della stessa seduta. Il paziente conserverà in tal modo la normale capacità masticatoria e il sorriso. Al momento della protesizzazione tali elementi verranno a loro volta tolti e sostituiti dai definitivi, nel corso dell'ultima seduta della cura. Queste cure possono essere effettuate in un'unica seduta, della durata non superiore a tre ore». Fondamentale per ottenere risultati positivi è affidarsi a mani esperte e a medici esperti. Negli studi odontoiatrici più efficienti vi è un chirurgo che affronta la parte protesica dell'intervento mentre altri odontoiatri si occupano di devitalizzazioni, eventuali otturazioni, cure gengivali.
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