Cronaca locale

Il consiglio approva il via libera allo stadio (con quattro "paletti") ma la sinistra si spacca

Le assenze sui banchi del centrodestra abbassano il quorum e salvano il sindaco. Scintille in aula tra Pd e Verdi. Fi vota sì, Lega e Fdi contro "va fatto più in fretta"

Il consiglio approva il via libera allo stadio (con quattro "paletti") ma la sinistra si spacca

Sullo stadio di San Siro si è giocata una partita a poker (di quasi tre ore) in Consiglio comunale, carte scoperte solo al suono della campanella. All'ordine del giorno i «paletti» che la giunta Sala deve inserire nella delibera di pubblica utilità con cui entro il 15 gennaio concederà la pubblica utilità sul progetto del nuovo stadio di Milan e Inter dopo l'esito del dibattito pubblico. Il testo della maggioranza passa con 27 voti a favore (compreso quello del sindaco, assente per tutto il dibattito ma arrivato in aula pochi minuti prima del gong), 14 contrari (7 bocciature e due astensioni sono del centrosinistra) e un astenuto. E sul risultato hanno pesato le cinque assenze tra i banchi dell'opposizione che hanno abbassato il quorum, evitando al Pd che l'«aiutino» dei quattro consiglieri del centrodestra a favore (Gianluca Comazzi e Alessandro di Forza Italia, Manfredi Palmeri e Luca Bernardo) diventasse non solo gradito ma indispensabile. Bocciatura netta invece da Lega e Fdi e si è astenuto Matteo Forte di Milano Popolare. La sinistra dunque si salva in corner dalla necessità di ricorrere al voto trasversale ma in aula va in onda ancora una volta la spaccatura interna. Hanno bocciato l'odg si diceva sette consiglieri: tre di Europa Verde (Monguzzi, Gorini, Cucchiara), i Pd Alessandro Giungi, Simonetta D'Amico e Rosario Pantaleo), Enrico Fedrighini della lista Sala. Non hanno partecipato al voto (ma in dissenso col progetto) Fumagalli di Milano in Salute e Rabaiotti della lista Sala.

Il testo chiedeva in sintesi di garantire (anche) prezzi popolari allo stadio aumentando la capienza da 60 a 70mila posto «con particolare attenzione ai settori a basso costo», prevedere un consistente aumento del verde fruibile (almeno il 50% della superficie), prevedere una ricaduta sul quartiere circostante di 40 milioni di euro tra oneri di urbanizzazione e extracosti, garantire la «neutralità carbonica» e la minimizzazione dell'impatto ambientale, diminuendo anche la quota dei parcheggi («per attrarre più persone che auto»), secondo la solita ideologia anti motori, e «prevedere il maggior distanziamento possibile dalle abitazioni di via Tesio». Monguzzi tuona contro i suoi: «Noi torneremo alla carica con progetti di ristrutturazione del Meazza che avete snobbato, date retta solo ai club che ad oggi propngono una ipotesi emozionale», non c'è un rendering definito dello stadio, «alcuni dei vostri paletti sono cose che hanno già detto che vanno benissimo durante il dibattito pubblico. E la neutralità carbonica non sapete neanche cosa sia». Scintille tra lui e il capogruppo Pd Filippo Barberis: «Caro Monguzzi, sono 30 anni che si parla di restyling del Meazza, come si fa a pensare di poter ristrutturare? Possiamo fare il pugno e rimanere con un pugno di moschea, le squadre se ne vanno in un'altra città e ci teniamo lo stadio abbandonato». La leghista Silvia Sardone fa la sintesi: «Maggioranza spaccata in due sullo stadio, sala non può più far finta di niente. La discussione è stata la trita e ritrita querelle interna alla sinistra che non sta facendo altro che far perdere tempo ai due gloriosi club vanto della nostra città».

La bocciatura della Lega è legata proprio ai paletti, non è riuscita a far discutere un odg che chiede di «velocizzare il progetto». Il capogruppo Alessandro Verri dice «basta perdite di tempo, il nuovo impianto va realizzato in tempi brevi. Siamo a favore di uno stadio nuovo, moderno e sicuro. CL'odg era solo uno strumento per compattare una maggioranza inesistente. Il capogruppo di Fi Alessandro De Chirico fa inserire nel testo di valutare per la ricadute dei 40 milioni sul quartiere il progetto donato dall'architetto Massimo Roj, e vota a favore dell'odg perchè «siamo da sempre a favore dello sviluppo della nostra città. Votare contro avrebbe significato rinnegare quella che fu la buona amministrazione del centrodestra che ideò CityLife, Porta Nuova, Santa Giulia, Cascina Merlata». La riqualificazione del quartiere «non può prescindere dai fondi privati. Ora speriamo che le squadre velocizzino la progettazione del nuovo impianto di Milano». Matteo Forte sottolinea poco prima delle 19 (il dibattito è iniziato verso le 17) che «da anni Sala fa mancare il suo contributo di presenza sui dibattiti clou per la città, non gliene frega nulla». Arriva (casualmente) qualche minuto dopo. Anche per alzare i voti della maggioranza, anche se è il sindaco che vota una richiesta «a sindaco e giunta» sembra quasi un cortocircuito. Il capogruppo Fdi Riccardo Truppo chiede che «si faccia presto e subito lo stadio nuovo» ma «valorizzando anche il Meazza». A questo punto la giunta approverà la pubblica utilità a favore dei club. Strada in discesa? Mica tanto.

Restano in campo quattro ricorsi e la minaccia del vincolo sul Meazza sventolata dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

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