Sul Mont Vetoux soffia per tutto il giorno il Mistral, ma nessuno riesce a spazzar via dal terzo gradino del podio Lance Armstrong. Sulla pietraia del monte Calvo, dove il vento e il sole moltiplicano la difficoltà di una salita che pare un Golgota, non succede nulla. Gli organizzatori avevano pensato a tavolino che con il «Gigante della Provenza» piazzato lì, ad un passo da Parigi, il Tour sarebbe stato tutto più incerto e indefinibile. Niente di più errato: tutto è già deciso abbondantemente e chiaramente. Forse solo il terzo posto era un punto di domanda, ma Armstrong ieri è diventato un punto esclamativo: cè!
Il Monte Calvo incorona Alberto Contador, che non si aggiudica la tappa, perché quella finisce ad un altro spagnolo, Manuel Garate, ma la maglia gialla finisce la sua fatica al quarto posto, nella scia di quel bulletto di Andy Schleck e vede in cima allosservatorio Parigi e il suo secondo Tour de France. Armstrong ha vinto sì sette Tour de France, ma questo ragazzo madrileno, a soli 26 anni può dire di averne corsi cinque e vinti quattro: oltre ai due Tour anche un Giro dItalia e uno di Spagna, così tanto per gradire.
Ci prova sette volte Andy Schleck a mettere in crisi la maglia gialla. Sette scatti, che fanno solletico a Contador, danno poco fastidio ad Armstrong, ma fiaccano la resistenza del fratello Frank che vorrebbe, nelle intenzioni, salire sul terzo gradino del podio di Parigi.
Contador e Andy Schleck sono chiaramente i più forti, Armstrong più bravo di tanti giovani baldanzosi che lo vorrebbero in pensione: «Ho tenuto il mio posto sul podio, mi sento al settimo cielo» ha scritto su Twitter. Buone le prove dei nostri Franco Pellizotti e Vincenzo Nibali: il primo oggi salirà sul podio di Parigi con la maglia a «pois» di miglior scalatore e il siciliano chiude il suo secondo Tour della carriera in settima posizione. «Un anno fa, arrivai a Parigi al 20° posto dice il siciliano di Toscana -. Questanno volevo un posto nella top ten: ci sono riuscito», dice soddisfatto il messinese che vive però a Mastromarco, in provincia di Pistoia.
167 km, da Montelimar alla vetta del Mont Ventoux. Cinque gran premi della montagna. Tutto però si decide nella scalata finale. La salita comincia con un duo in fuga: lo spagnolo Juan Manuel Garate e il tedesco Tony Martin, che nei primi km di ascesa si staccano dal gruppetto di 15 corridori che si trovavano in avanscoperta. Nel gruppo dei migliori, che ha 405 di ritardo, Andy Schleck inizia il suo show: sette scatti inconcludenti, più di presunzione che di forza, per cercare di fiaccare la resistenza di Contador, ma soprattutto quella di Armstrong. Lobiettivo, nelle intenzioni del fratellino bullo, è quello di far cadere dal podio il texano e portare su Frank, il fratello maggiore. Il risultato? Armstrong non si scompone, e Frank deve accettare il verdetto della strada. «Lance è stato bravo, non cè che dire», dice laconico il più grande dei fratellini che se la tirano più di Armstrong e Contador messi insieme. Tanto più che anche ieri, lo spagnolo ha tenuto il profilo basso: «È stata dura e in alcuni momenti ho persino dubitato delle mie possibilità di vittoria».
A 5 km dal traguardo il duo Garate-Martin ha ancora 135 da gestire, quando dal gruppetto della maglia gialla si sgancia Franco Pellizotti, alla ricerca di una prestigiosa vittoria di tappa che vale una carriera, ma il tentativo dura pochi km e il friulano griffato Liquigas viene nuovamente riassorbito dal gruppo maglia gialla. Sul Monte Calvo caro al Petrarca, sotto il sole cocente che rende quella pietraia un paesaggio lunare incandescente, quando la pendenza aumenta al 10% e il vento soffia contro, Andy Schleck ci prova per lottava volta, ma è uno splendido Armstrong a stoppare il lussemburghese, portandosi dietro un saltellante Contador.
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