Giapponesi, il Passetto, ricevuta stratosferica. E i conti tornano. Bruttaffare per lelegante ristorante a due passi da piazza Navona. Che a forza di menu creativi e camerieri senza scrupoli rischia la chiusura definitiva e lincidente diplomatico tra Italia e Giappone. Tutta colpa della «tipica» cucina italiana che di tipico per gli stranieri ha solo laddizione.
Il secondo episodio risale allo scorso 7 giugno, dunque è antecedente alla denuncia del 1 luglio. Quella dellaragosta e caviale per due a 800 euro. Cinque fette di prosciutto, due primi (spaghetti allastice e un piatto di spaghetti ai funghi), un pesce in bianco diviso a metà con contorno di quattro funghi porcini, vino, un caffè per la modica cifra di 352 euro. Questo avrebbero pagato stavolta i due turisti giapponesi, intimoriti clienti del ristorante nei pressi di piazza Navona. Ma anche stavolta i due, subito dopo aver «regolarizzato il conto» sono andati alla polizia per la denuncia. Agli agenti i due hanno raccontato di essere stati avvicinati da un cameriere che con «modi affabili» li ha fatti entrare: il «buttadentro» che a Roma ormai è diventato un must per acchiappare (e possibilmente fregare) gli educatissimi giapponesi. Lo stesso cameriere ha quindi mostrato le pietanze, a cominciare dal pesce in esposizione in un banco frigo. E ha comandato lordinazione senza mostrare il menu perché «lui avrebbe pensato a servirli per il meglio». Un conto da 293 euro. Ma i due giapponesi dopo aver consegnato la carta di credito, si sono accorti dalla ricevuta fiscale che laddizione era salita a 352 euro (59 euro in più) giustificata dal cameriere come «tasse sul conto finale». Tuttavia da un raffronto tra i prezzi indicati sul menu e quelli realmente praticati, la maggiorazione era stata in realtà di 100 euro da aggiungere ai 59 euro non dovuti. Indignato il vicesindaco con delega al turismo, Mauro Cutrufo: «Spero nella magistratura. È lennesimo inimmaginabile danno allimmagine della città a livello internazionale.
Duro il presidente del Codacons Rienzi: «Il Comune deve intervenire predisponendo controlli in borghese direttamente in bar e ristoranti, utilizzando cittadini giapponesi che, fingendosi turisti, controllino la correttezza delloperato degli esercenti, specie nel centro storico». «Anche noi del Codacons - continua Rienzi - avvieremo in questi giorni ronde anti-truffe effettuando controlli in bar, ristoranti, negozi e venditori ambulanti di generi alimentari».
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