Contratto dei giornalisti, processo alla Lombardia

da Milano

La vertenza sul contratto dei giornalisti provoca uno scontro aperto all’interno del sindacato dei giornalisti, la Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana), fra i vertici nazionali, favorevoli alla linea dura, e quelli dell’Associazione lombarda dei giornalisti (la maggiore rappresentanza regionale), convinti che sia possibile riportare la controparte (la Fieg, la federazione degli editori) al dialogo. Nei giorni scorsi il presidente e la vicepresidente dell’associazione lombarda Giovanni Negri e Daniela Stigliano avevano criticato il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, e quanti condividono la sua condotta sulla negoziazione del nuovo contratto che ha portato all’annuncio di nuovi scioperi. «L'abbandono del tavolo delle trattative - hanno sostenuto Negri e Stigliano in un documento che ha raccolto l’adesione di molti comitati di redazione della Lombardia - per un possibile accordo-ponte biennale, attuato senza voler verificare fino in fondo le pur minime aperture della Fieg, è stato un errore gravissimo e un'occasione persa per tutti». I due hanno però ribadito la volontà di attenersi alle decisioni della maggioranza per «disciplina sindacale» e invitato i giornalisti lombardi «ad attenersi al rispetto degli scioperi programmati e delle ulteriori azioni di lotta che la Federazione deciderà».

Da parte sua Serventi ha replicato molto duramente negando che una conclusione della trattativa positiva per i giornalisti fosse a portata di mano e ha convocato per oggi una riunione straordinaria della giunta federale e la consulta delle associazioni regionali per esaminare il documento della Alg. E c’è chi parla di processo staliniano.

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