Contro le rapine un’accademia per guardie private

La «Vigilanza Città di Milano» apre una piccola «università» per 150 dipendenti

Contro le rapine un’accademia per guardie private

Porta il marchio «Vigilanza Città di Milano» la prima accademia italiana di formazione di guardie private, sorta in assoluto accordo con tutti i sindacati e patrimonio eterno del personale perché progetto di gestione comune inserito nella cooperativa mutualistica dei dipendenti.
Strapazzato nel recente passato dalla Giustizia, il marchio «VcM» significa da sempre serietà e professionalità. Leader nel settore della sicurezza privata con i suoi oltre 7mila clienti (anche colossi stranieri) e i quasi 700 dipendenti, adesso che il suo nuovo amministratore delegato - Massimo Gasparotto, 49 anni, da trenta nel campo di tecnologia e sicurezza - ha concepito questa accademia, una piccola università per vigilantes, il prestigio della «Città di Milano» non può che beneficiarne.
«Arrivato qui ho trovato una strada già molto ben tracciata - precisa Gasparotto - Formazione e qualità del personale vuol anche dire selezione, evoluzione dei compiti. Il nostro non è solo un corso di formazione. L’accademia parte con 150 posti, riservati ai nostri dipendenti che scelgono volontariamente di frequentare le lezioni (molte delle quali tenute da docenti universitari) fuori dall’orario di lavoro. Poi questo corso di due anni, che prevede 24 esami e il rilascio di un diploma, potrà servire anche per selezionare i nuovi accessi. Quel che più ci inorgoglisce è che si tratti di una gestione comune per un progetto comune, nato per far crescere la figura professionale di riferimento nel settore a livello di qualità».
Come gli istituti di vigilanza possono costituire un deterrente contro le rapine in villa? «Le forze dell’ordine non possono fare tutto.

La nostra vita, col tempo, è migliorata e ci permette di abitare in ville lussuose e isolate? Allora spendiamo anche per tutelarci. Sono ancora troppe le apparecchiature tecnologiche installate ma non collegate a centrali operative. Noi saremmo il “filtro” con le forze dell’ordine, che il vigilantes avvertirebbe in caso di rapina».

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