Controlli nei cantieri uno su 3 è irregolare

Passati al setaccio ben 93 cantieri edili di Roma e dintorni dalle fiamme gialle del Comando provinciale. Su 598 lavoratori, il 31,9 per cento (191 lavoratori) è risultato irregolare e il 27 per cento (162) in nero. La maggior parte di loro è di nazionalità italiana. Dei 191 «irregolari» 180 infatti sono italiani, 5 albanesi, 3 romeni, 2 polacchi e un camerunense. Dei 162 lavoratori «in nero» 88 sono italiani, 58 romeni, 6 moldavi, 4 macedoni, 2 polacchi ai quali si aggiungono un cinese, un etiope, un eritreo e un albanese. Gli «irregolari», seppur assunti, risultavano di fatto impiegati a tempo pieno anziché parziale con la conseguenza che i relativi contributi previdenziali e assistenziali venivano liquidati e versati solo in parte dal datore di lavoro. Quelli «in nero» erano impiegati in evasione di ogni forma di contribuzione di competenza nel settore di lavoro. In 30 casi di lavoro «nero», tra l’altro, la Guardia di finanza si è trovata di fronte anche a immigrati clandestini per i quali sono state avviate le procedure di rimpatrio, deferendo all’autorità giudiziaria i responsabili delle ditte appaltatrici.

«La lotta all’impiego di manodopera senza garanzie contrattuali - spiega Alessio D’Amato, capogruppo Ambiente e Lavoro alla Regione - sono azioni indispensabili per assicurare il rispetto dei parametri della sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto nei cantieri edili». Pensare che con il recente indulto tra i reati «condonati» ci sono anche quelli legati al lavoro nero.

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