Contrordine: il «Cristo Morto» va a Mantova

Il ministero per i Beni culturali dà il via libera nonostante le perizie interne di Brera

Il Cristo Morto andrà a Mantova. Siamo giunti alla fine definitiva della questione. Nella Pinacoteca, infatti, fervono i preparativi per la partenza. E i fatti, come sempre, sono più attendibili e soprattutto più eloquenti delle parole stesse. Sopra a tutte le polemiche, le lettere aperte, le repliche e le controrepliche sta la decisione del Ministero per i Beni culturali e del direttore del dipartimento Giuseppe Proietti che hanno dato parere favorevole al trasporto, contraddicendo il risultato delle perizie interne a Brera. «Tutto sta procedendo - dice Luisa Arrigoni, sovrintendente reggente di Brera - e la firma per il via libera al prestito è veramente l’ultimo dei problemi».
«La visita dell’istituto di restauro è come la visita del medico fiscale - sottolinea Vittorio Sgarbi -: accerta lo stato di salute del paziente. Una volta constatato che il paziente sta bene, allora può viaggiare. Esattamente questo è successo per il Cristo Morto: la perizia del ministero ha verificato che la tela è in buone condizioni e che può tranquillamente sostenere il viaggio».
Per fornire ulteriori garanzie è intervenuto ieri Enrico Voceri, presidente del Centro internazionale di Arte e cultura di Palazzo Tè, che ospiterà l’opera: «Convinti che la presenza a Mantova del Cristo Morto sia un’opportunità anche per Brera, avvertendo la responsabilità di una presenza così rappresentativa, non solo garantiamo le condizioni più propizie alla migliore conservazione dell’opera, ma tutte le misure di sicurezza atte a garantire la tutela del Cristo Morto da qualunque rischio».


«Mi interessa il prestito del Cristo Morto - precisa il presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del Mantegna, Vittorio Sgarbi - solo nell’interesse dello Stato che non coincide necessariamente con quello di Brera».

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