da Roma
Quattordici miliardi di euro (28 mila miliardi delle quasi dimenticate lire, qualche volta è ancora bene ricordarlo): questo il costo ufficiale dellaccordo notturno sulle pensioni fra governo e sindacati. E, sempre ufficialmente, questi 14 miliardi dovrebbero essere coperti con risparmi e prelievi aggiuntivi allinterno del sistema previdenziale, un impegno sui cui appare scettico lo stesso Tommaso Padoa-Schioppa. Il ministro dellEconomia ha infatti ottenuto una clausola di salvaguardia: se i risparmi derivanti dalle sinergie fra enti previdenziali - ottimisticamente cifrati in 3,5 miliardi di euro - non dovessero arrivare, scatterà un aumento obbligatorio di circa lo 0,1% di tutti i contributi previdenziali.
Sui contenuti dellintesa, la Commissione europea esprimerà il suo giudizio una volta che i testi saranno approvati dal Parlamento. Ma il primo commento a caldo che giunge da Bruxelles non è davvero positivo. «LItalia ha già unetà pensionabile fra le più basse in Europa. Lintesa raggiunta - osserva il portavoce della Commissione, Oliver Drewes - non è in linea con la tendenza della maggioranza dei governi in Europa». Gli altri aumentano letà per andare in pensione, noi la riduciamo rispetto alle norme in vigore. «Abbiamo tenuto conto delle preoccupazioni di Almunia», replica Padoa-Schioppa. Il ministro dellEconomia e leurocommissario si sentono nel pomeriggio al telefono, e Almunia si congratula ma soltanto per la conclusione della telenovela. Da Bruxelles filtra il sospiro di sollievo, da parte di Almunia, per il fatto che almeno la revisione dei coefficienti resta in piedi, anche se ritardata. Da ex sindacalista delle comisiones obreras spagnole, Almunia dovrebbe però sapere molto bene che, per i sindacati, un rinvio di solito significa annullamento.
Laccordo sulle pensioni preoccupa le agenzie di rating: «La riforma avrà costi aggiuntivi, e lintesa dimostra - osserva lagenzia Fitch - che lItalia non riesce ad attuare un deciso miglioramento dei conti pubblici». In particolare, il rinvio delladeguamento dei coefficienti potrebbe causare unincertezza protratta nel tempo, cioè comportare costi aggiuntivi che ancora non conosciamo». Anche per Standard & Poors la riforma creerà «costi aggiuntivi: si tratta di una grande preoccupazione per un Paese - spiega Frank Gill, analista dellagenzia di rating - che già spende più fondi pubblici di qualsiasi altro paese per le pensioni. Il governo italiano non è abbastanza unito per varare le difficili decisioni di bilancio già adottate da altri partner europei, come la Germania». S&P ha già tagliato nellottobre scorso il rating, la valutazione del debito italiano. Preoccupazione viene espressa anche da Morgan Stanley.
Le perplessità delle agenzie sono giustificate. Costi calcolati a spanne, coperture messe su con la pala: questa la prima impressione alla vista delle sei pagine dellintesa firmata da Padoa-Schioppa e Damiano per il governo e dai tre segretari del sindacato, Epifani, Bonanni e Angeletti. Il 75% delle risorse servirà per ammorbidire lo scalone, resta il 25% per i lavori usuranti. Come previsto, parte della copertura viene dallaumento dei contributi per i parasubordinati (4,2 miliardi in tutto) che erano già stati stangati con la Finanziaria. Alle pensioni superiori a otto volte il minimo (intorno ai 3.300 euro mensili) viene negato ladeguamento allinflazione, che non sarà più recuperato (1,4 miliardi), e sono previsti tagliuzzi ai fondi speciali (dirigenti dazienda, telefonici, elettrici, ferrovieri) per 700 milioni di euro. I 4 miliardi di spesa per il ripristino delle quattro «finestre» duscita per chi ha quarantanni di contributi, vengono compensate con la riduzione delle finestre per le pensioni di vecchiaia. Una decisione che danneggerà soprattutto le donne.
Ma la copertura che «puzza» di più è rappresentata dai 3,5 miliardi provenienti dallaccorpamento (la holding) degli enti previdenziali.
Una controriforma da 14 miliardi che i mercati hanno già bocciato
Padoa-Schioppa frena: «Abbiamo tenuto conto delle indicazioni di Almunia». Ma le agenzie di rating accusano: «Così si creano ulteriori buchi nella finanza pubblica»
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