Coppie gay, i cattolici scomunicano Pisapia

Coppie gay, i cattolici scomunicano Pisapia

La capogruppo del Pd lo aveva predetto venerdì, e lo ha ribadito ieri: «É stato un errore politico, così si aprono “guerre sante” sul registro delle coppie di fatto che si potevano evitare con un confronto sereno e aspettando i tempi giusti». Cioè, dopo la visita del Papa in programma a giugno per il forum delle famiglie. Invece, ribadisce Carmela Rozza, «è successo quello che il gruppo voleva evitare». Il colpo di mano con cui la giunta Pisapia due giorni fa aperto per la prima volta il bando per accedere ai fondi anticrisi per la casa alle unioni civili, anche gay, ha provocato una frattura nel Pd e un durissimo attacco dalla stampa cattolica. Ieri il quotidiano «Avvenire» ha criticato il sindaco, «la peggiore ingiustizia, lo insegnava anche don Lorenzo Milani, è trattare in maniera uguale situazioni differenti». Palazzo Marino estende le agevolazioni che erano previste solo per le famiglie sposate anche alle coppie censite all’Anagrafe come conviventi per legame affettivo. «Sconcerta - scrive il giornale della Cei - che Pisapia, avvocato e uomo di legge, scelga con questo atto di ribaltare le fonti del diritto anteponendo una legge di regolazione amministrativa addirittura alla Costituzione. Che all’articolo 29 è inequivocabile nel riconoscere “i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” e al 31 impegna la Repubblica ad agevolare “con misure economiche la formazione della famiglia, con particolare riguardo a quelle numerose”».
Porre sullo stesso piano «coppie che assumono un preciso impegno pubblico e persone che, per scelta o per impossibilità, non rendono vincolanti i propri legami affettivi, significa violare la lettera e lo spirito della nostra Carta fondamentale». É «necessario dare chiara e incontestabile priorità alla famiglia fondata sul matrimonio. Il provvedimento della giunta si annuncia, in modo radicale e stridente, di segno opposto. Se dovesse essere davvero così, una simile scelta si rivelerebbe una pura affermazione ideologica». Pisapia si difende: «É dovere delle istituzioni aiutare tutte le coppie in stato di difficoltà, sono stato contrario alle discriminazioni nel passato, lo sono nel presente e lo sarò nel futuro. Mi sembra assolutamente normale che laddove ci sono dei soggetti bisognosi il Comune faccia tutto il possibile dando anche quelle disponibilità che oggi ci sono».
Il centrodestra? Va a nozze. Dal Pdl Riccardo De Corato che puntualizza come «anche Avvenire smaschera lo scivolone di Pisapia e gli elettori cattolici cominciano a ravvedersi» a Mariolina Moioli, consigliera di Milano al Centro ed ex assessore ai Servizi sociali che definisce la giunta Pisapia «allo sbaraglio. Nessuno nega i diritti personali ma una seria politica di aiuto alla famiglia non disperde i pochi fondi disponibili per questioni ideologiche».

L’assessore Pd Marco Granelli, di area cattolica, gettare acqua sul fuoco: «Il provvedimento non ha a che fare con battaglie ideologiche o forzature normative, punta solo a dare aiuti alle famiglie in difficoltà usando fondi della ex amministrazione rimasti inutilizzati e rendendoli più fruibili, usando come criterio l’iscrizione all’Anagrafe sullo stesso stato di famiglia». E il segretario milanese del Psi Roberto Biscardini sostiene che il Comune «non può discriminare nessuno. Di fronte alla crisi discriminare le coppie di fatto è razzismo».

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