Coppie non sposate e gay La giunta Marrazzo vuol emulare Zapatero

Pronto il disegno di legge dell’assessore al Bilancio di Rifondazione: sconti fiscali e agevolazioni anche per le convivenze di fatto. Storace: «La proposta è contro lo Statuto»

Coppie non sposate e gay La giunta Marrazzo vuol emulare Zapatero

Francesca Angeli

da Roma

Sgravi fiscali, mutui agevolati, servizi sociali gratuiti per le coppie conviventi. Anche quelle dello stesso sesso. Come a dire che in una ipotetica lista di attesa per ottenere determinati benefici (agevolazioni per l’acquisto della prima casa o il rimborso dell’Ici) la famiglia Rossi, composta da madre, padre e tre figli, potrebbe trovare il proprio nome accanto a quello di una coppia di lesbiche o di gay.
La proposta è dell’assessore al Bilancio della Regione Lazio, Luigi Nieri di Rifondazione Comunista. Una bozza di cinque articoli è già pronta per essere portata in Consiglio. Al primo articolo si impone, ovviamente, l’abrogazione della legge fortemente voluta dall’ex presidente della Regione, Francesco Storace, che prevedeva agevolazioni simili ma soltanto per le famiglie sposate che ora secondo Nieri dovrebbero condividere tali benefici con le coppie di fatto, etero ed omo.
Dall’entourage dell’attuale presidente, Piero Marrazzo, fanno sapere che si tratta di una semplice proposta e che non arriva dalla giunta ma personalmente dal consigliere Nieri. Non c’è dubbio che comunque si profili l’ennesima grana per Marrazzo che in campagna elettorale si è sgolato in difesa della famiglia tradizionale ma che allo stesso tempo non può permettersi di rompere con Rifondazione.
Il primo ad alzare le barricate di fronte alla proposta di Nieri è proprio Storace, l’attuale ministro della Salute, che non intende vedere vanificati i risultati ottenuti con le sue battaglie in difesa della famiglia basata sul matrimonio. Prima di tutto Storace osserva che se la proposta è dell’assessore al Bilancio vuole dire che Marrazzo la conosce ed è pure d’accordo.
«Quando ero presidente della Regione, Augello (l’assessore al Bilancio, ndr) non muoveva foglia senza informarmi, tutto veniva concordato - dice Storace -. Quindi figuriamoci se Marrazzo non conosce la proposta».
Comunque il ministro della Salute si batterà perché quella bozza non diventi mai legge. «Prima di tutto Marrazzo dovrebbe darsi una ripassatina allo Statuto della Regione approvato dalla mia giunta - ammonisce Storace - dove si parla di tutela della famiglia fondata sul matrimonio. È evidente che una legge non può entrare in contrasto con lo Statuto regionale».
Ma la giunta Marrazzo però potrebbe anche decidere di rimettere le mani sullo Statuto, modificandolo come già richiede ad esempio l’Arcigay di Roma. «Per fortuna c’è anche il Consiglio dei ministri a tutelare la famiglia - puntualizza il ministro -. Se una simile proposta arrivasse in Consiglio sarebbe bocciata anche perché in evidente contrasto con la nostra Costituzione». Insomma Storace non lascia spiragli alle richieste di Nieri.
Anche se è ovvio che la proposta dell’assessore al Bilancio sulle unioni di fatto è un cavallo di troia per ottenere il riconoscimento dei diritti delle coppie gay, la realtà delle coppie conviventi soprattutto eterosessuali è in continua crescita. Ma anche rispetto a questa scelta Storace ha le idee chiare. «Per me la famiglia sancita dal matrimonio rappresenta una assunzione di responsabilità di fronte alla società che implica doveri e quindi anche diritti - dice Storace -. Per le coppie di fatto le cose sono diverse e nel pieno rispetto delle scelte di ciascuno ritengo che certi benefici spettino soltanto a chi si sposa. Comunque mi sembra che Marrazzo sia un po’ in confusione. Ricordo bene le sue affermazioni in campagna elettorale fatte di fronte a me in difesa della famiglia tradizionale: non si tocca, diceva. Ha per caso cambiato idea?».


Di fronte alle critiche che arrivano dai rappresentanti della maggioranza scatta la reazione di Franco Grillini, il deputato diessino ex presidente dell’Arcigay, che ovviamente plaude alla proposta di Nieri attaccando «la destra italiana» perché «è la più omofoba, la più ottusa e la più forcaiola delle destre europee».

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