A Cornigliano quelli che vivono barricati in casa per il degrado

A Cornigliano quelli che vivono barricati in casa per il degrado

«Il problema è che anche guardando le foto, non si sente l’odore...». Siamo a Genova, in una via centrale di Cornigliano, all’angolo con via Minghetti. Qui i vecchi genovesi ci sono, chiusi dentro le case signorili con le facciate da fare, ma guardano da dietro le persiane socchiuse perché sotto, in strada, c’è ben altra gente. C’è un piccolo market gestito da stranieri, di quelli che tengono sempre aperto anche di domenica. Di fianco un sottopassaggio transennato e diventato ricettacolo di ogni genere di spazzatura e sporcizia. Il fetore con il caldo è insopportabile e se piove, le pantegane che lo abitano escono a frotte per mettersi in salvo, invadendo i portoni.
«Appartengo a una famiglia che da generazioni vive e ha - ormai - la sfortuna di possedere una casa a Cornigliano», dice un residente scrollando la testa. Lettere all’amministratore, in Municipio, in Comune, all’Amiu, ai vigili. Lettera morta. «Nessuno ci considera, ma qui il rischio è enorme, parlo di rischio per la salute, visto che camminiamo tra gli escrementi di chi bivacca nella zona e usa gli angoli dei palazzi come latrine». Il dramma è sentito in maniera desolante nell’antico condominio che si trova in via Cornigliano angolo via Minghetti (altezza civico n°2, zona peraltro centrale). Dall’altra parte della strada c’era un tempo l’agenzia della Banca di Roma, siamo proprio all’inizio della strada su cui si affacciano antichi palazzi.
Lungo è l’elenco dei problemi segnalati dai residenti della zona. E parla uno dei problemi di tutti. Anche se i nomi, no, è meglio non dirli, perché non si sa mai. «Il sottopassaggio inutilizzato e ridicolmente chiuso con due porte di ferro affinché non si veda lo scempio che c’è all’interno, oltre ad essere indecentemente pieno di sporcizia nelle scale che conducono all’ex-entrata, ora chiusa dalle due porte in ferro citate, è diventato un punto di ristoro a cielo aperto per personaggi (in maggioranza extra-comunitari), che sorseggiano tranquillamente seduti o appoggiati al bordo e alla ringhiera dell’ex-sottopasso le loro molte birre o mangiano frutta e altro gettando bottigliette e rifiuti vari direttamente giù nelle scale di accesso del lato mare dell’ex-sottopasso». Ma non è tutto. I gestori del «piccolo-market» pakistani o egiziani, mantengono un decoro apparente sul lato di via Cornigliano, mentre dall’entrata in via Minghetti (soprattutto nel pomeriggio) accatastano le cassette vuote e maleodoranti addirittura sopra o di lato a due grosse «postazioni» della luce.
«Io stesso stavo cadendo, quando, sino a poco tempo fa, avevano adottato come contenitore delle cassette un grosso quadrato formato da legni con spuntoni, che occupava oltre mezzo marciapiede e... nessun vigile o simile ha visto nulla», dice un altro residente. Ma tutti sono d’accordo nel segnalare che la cosa più seria ora, in estate «è il fetore pazzesco che emana dai cassonetti della spazzatura di via Cornigliano e in particolare di via Minghetti, perché il palazzo in questione è letteralmente assediato da tali contenitori».
Considerato il market che smercia principalmente frutta e verdura, il negozio di kebab posto sul davanti in via Cornigliano, «la puzza che sentiamo è incredibile e ci costringe in estate a tenere le finestre aperte sul lato mare dicono i residenti - Inoltre gli avventori lanciano lattine e rifiuti nel vuoto del palazzo accanto». I rifiuti sono molto abbondanti e in particolare sono avanzi di cibo perciò maleodoranti «senza considerare i pezzi di arredamento che sono sovente abbandonati vicino ai bidoni e rimossi con molta calma dall’Amiu».


Molti dei residenti della zona si sono riuniti e hanno scritto lettere di protesta e di richiesta di aiuto alle istituzioni, ma le loro lamentele sono cadute nel vuoto. «Non resta che difenderci - dicono - e siccome a volte la miglior e difesa è la fuga tanti appartamenti sono stati messi in vendita, per tentare di ricominciare a vivere in maniera più dignitosa da un’altra parte».

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