Roma - "La lotta alla corruzione è un’impresa titanica" ma il Paese deve reagire evitando di "autoflagellarsi" e la politica ha "una precisa responsabilità: quella di non avere introdotto riforme adeguate per far funzionare bene la macchina dello Stato". A rilanciare un tema molto caldo in questi giorni è stato il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, inaugurando la nuova School of Government. Evita, invece, il confronto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Chiedete ad altri"
La lotta alla corruzione La lotta alla corruzione è "un’impresa titanica" e, per questo, richiederà "sforzi enormi e grande lungimiranza" da parte di tutti. "Voglio dirlo con chiarezza: la lotta alla corruzione è una impresa titanica che occuperà quanto meno lo spazio di una generazione, che richiederà sforzi enormi e grande lungimiranza. Eppure - è la convinzione espressa da Montezemolo - tutti noi vogliamo e possiamo contribuirvi". Proprio in questi giorni, aveva premesso Montezemolo affrontando il tema della corruzione, "torniamo a interrogarci sulla diffusione del malaffare, dello sperpero del denaro pubblico e sul loro impatto per la credibilità delle classi dirigenti. Ma proprio in questi stessi giorni occorre tornare a guardare con fiducia all’Italia, alle sue risorse morali e alla grande maggioranza di italiani che si dedicano con impegno e onestà al proprio lavoro e alla costruzione del futuro comune".
Le responsabilità della politica "Le responsabilità della corruzione e del malaffare non sono certo tutte della politica ma questa, tuttavia, ha una "precisa responsabilità: quella di non aver introdotto riforme adeguate per far funzionare bene la macchina dello Stato". Secondo il numero uno del Lingotto, "dove lo Stato non funziona si afferma inevitabilmente quella 'società fai da te' dove ognuno si sente autorizzato ad arrangiarsi come meglio può e dunque anche attraverso il ricorso alla corruttela". E, in questo contesto, "la politica talvolta - ha sottolineato Montezemolo - sembra approfittare di questo vuoto dello Stato occupando ogni spazio di mediazione tra i cittadini senza dare in cambio istituzioni efficienti. Il compito di una politica alta e responsabile non può che tornare ad essere quello delle riforme, del profondo senso dello Stato e del suo buon funzionamento, della ricostruzione di un tessuto civile dove il malaffare sia l’eccezione e non la regola della mediazione".
Marcegaglia: "La legalità aiuta l'economia" "Tangentopoli? Non sta a me dirlo ma noi siamo a favore dei controlli e delle regole chiare", ha commentato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, spiegando che "la scelta della legalità è l’unico modo per avere un’economia che continua a crescere". Confindustria, tuttavia, con il recente varo delle nuove regole del Codice etico «"ha già preso un impegno molto importante sulla legalità e contro la criminalità organizzata". Sulla corruzione, tuttavia, gli imprenditori sono "d’accordo che si vada nella direzione di varare regole più restrittive e, non solo sull’inasprimento delle pene ma anche nei controlli sugli enti locali e negli appalti". Confindustria insomma è a favore di un inasprimento delle leggi ma ritiene che per superare le conseguenze che derivano dal fenomeno della corruttela sia necessario anche avviare una serie di riforme che vanno, ha detto Marcegaglia, da una riforma del bipolarismo perfetto a quella della giustizia che "parta dalle lungaggini, problema per l’economia e per l’attrazione degli investimenti", da una riforma dei poteri del premier e del governo ad un nuovo intervento sul federalismo fiscale per il quale "è necessario entrare nel merito".
Battibecco con Brunetta Secondo Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, "è del tutto fuorviante lo schema fondato sull’esistenza di una società civile incorrotta e nobile e di un sistema politico degradato: il buono e il cattivo come minimo convivono in entrambe le aree". Cicchitto crede infatti che sia "evidente che questa lotta alla corruzione nella politica va fatta non abbandonando mai il metodo garantista". Pur dicendo di stimare Montezemolo, Renato Brunetta, ministro della pubblica Amministrazione, lo accusa di essere "molto impegnato a lavorare sulla Fiat: forse non è informato sulla mia riforma".
Brunetta ha aggiunto che manderà a Montezemolo il testo della sua riforma: "Così capirà". Immediata la replica di Montezemolo: "Non si deve sempre in opinioni diverse, specie se costruttive, vedere un avversario o una polemica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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