Lelezione del prossimo Presidente della Repubblica è diventata un mercato delle vacche. Piazzare qualche ex comunista nelle poltrone che contano è un problema di Prodi e della sinistra, non può diventare il problema degli italiani. Dopo la candidatura DAlema al Quirinale bocciata seccamente dalla Cdl, nonostante i buffi tentativi di Prodi e Fassino di addolcire la pillola con improbabili punti programmatici presidenziali condivisi da tutti, adesso ci riprovano con Napolitano.
Non si è ancora capito che non è questione di nomi più o meno condivisibili, il problema è che gli italiani o almeno il 50% che ha votato per la Cdl non accetterà mai come custode e garante della costituzione e dellunità nazionale un ex o post comunista. È legittimo che il Presidente della Repubblica sia eletto anche a maggioranza semplice, ma è altrettanto legittimo, in caso di elezione non condivisa, considerarlo rappresentante di se stesso e della sua parte politica da parte di chi non ha votato per la sinistra, cioè il 50% degli italiani.
Così come sarà legittimo sospettare di «partigianeria» un presidente eletto in tale modo, durante ladempimento delle sue funzioni istituzionali, e nemmeno ci si potrà meravigliare se sarà subissato di fischi a ogni sua uscita o se la gente scenderà in piazza spontaneamente a protestare.
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