Enrico Lagattolla
Così tanti, i taxi, che è raro vederne. Saturi i parcheggi, ordinate le auto bianche come aspettassero il turno. Però il turno, oggi, non arriva. La «corsa» è un miraggio. Macchine ferme, e ferme restano. Areoporto di Linate, stazione Centrale, Cadorna. Sotto le pensiline, improvvisate assemblee para-sindacali. «Andiamo avanti a oltranza». Parola dordine della categoria: «Se vuoi andare in giro, usa i mezzi pubblici».
Linea dura, magari un po arrangiata. Perché la linea, in realtà, nessuno lha dettata. La categoria è compatta, se le istruzioni dallalto non arrivano, la protesta prosegue dal basso. Dalla strada. Così nascono i comizi dasfalto. «Oggi ci fermiamo». Ma domani, che fare? «Non abbiamo indicazioni, però andiamo avanti uniti». Una mano sulla coscienza, laltra sul portafogli. «Perché fermarci - dice Carlo, Escort dordinanza parcheggiata in Duca dAosta - ci costa. Sono soldi che perdiamo. Non tutti se lo possono permettere, cè chi si è indebitato per comprarsi la licenza». Eccola, la mela avvelenata. La licenza. «Adesso succede - dicono in molti - che a comprarsi le auto saranno i grossi imprenditori o le cooperative, poi ci mettono su qualcuno pagandolo due lire, e finisce che ci troviamo come negli Stati Uniti, dove i taxi li guidano gli stranieri e se chiedi di portarti in un posto non sanno nemmeno dovè».
Milano come New York, quasi fantascienza ma avanti con le proposte. Tra un Atr che decolla e un Boeing che atterra, Giuseppe scalda il piazzale di Linate a colpi di filippiche sindacali. «Facciamo un blocco a scacchiera. Vuol dire che oggi nessuno si presenta allareoporto, domani non ci sono taxi in Centrale, dopodomani in un altro dei parcheggi della città. Senza avvisare nessuno, e vediamo chi la vince». I milanesi no di certo. «Ci spiace per gli utenti, ma il disagio è inevitabile». Anche se a qualcuno vanno incontro. Anziani, e donne con bambini. Loro viaggiano, uniche deroghe alla serrata dei tassì. Le uniche corse possibili. Gli altri si adeguano. Meglio, si arrangiano. In Centrale e in Cadorna, il medio vaggiatore ripiega sullautobus e il metrò, sacramentando a mezza voce per lincomodo. Peggio a Linate. Chi atterra dopo un volo, ha poca pazienza corporativa. «Ma in che Paese siamo, basta andare allestero per capire che queste cose succedono solo da noi». Mario, medico veneziano che vive a Bologna e transita a Milano prima di ripartire per Londra. «Ben vengano le liberalizzazioni. Almeno ci saranno più taxi in giro, e costeranno di meno. Sono tutti pronti a protestare, quando gli toccano il portafogli». Alternativa, il bus. «Eh, per forza». O magari i tassisti abusivi. «Col c..., piuttosto vado a piedi».
Perché mentre lassemblea saccalora, sono affari per gli autisti in nero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.