Calcio e scandali, calcio e scommesse, calcio e truffe. Si può dire che da quando esiste il pallone esistono purtroppo anche le partite taroccate. Il Torino ci ha rimesso addirittura lo scudetto del 27 per il famoso caso Allemandi. Ma si trattava di episodi isolati, che al massimo coinvolgevano un paio di squadre. Il primo vero scandalo che avrebbe potuto assumere proporzioni notevoli è invece quello scoppiato a fine campionato del 43, in piena guerra, e che proprio dagli eventi bellici venne in pratica insabbiato.
Tutto ha origine da una chiacchierata vittoria del Vicenza a Bologna (2-1) con i biancorossi che lottavano per non retrocedere insieme a Bari, Triestina, Venezia e Liguria. A questa strana partita fece seguito unaltra vittoria dello stesso Vicenza a Milano sullInter e del Venezia ancora a Bologna. E soprattutto allultima giornata la fantasia si scatena: il Vicenza dilaga sul campo della Juve (6-2), la Triestina batte la Roma (2-0) e il Venezia passa in casa dellAmbrosiana-Inter addirittura per 4-1.
La federcalcio non può fare a meno di aprire uninchiesta che si estende fino alla serie C dove, pure in quel caso, trova il vero marcio. In serie A, anche per le omesse o ritardate denunce di alcuni giocatori, non si arriva invece a dimostrare la realizzazione di alcun illecito, semmai solo tentativi di corruzione. Tuttavia l8 luglio arrivano le sentenze che la Gazzetta dello Sport relega addirittura in terza pagina con poca evidenza in contraddizione col titolo: Severe sanzioni deliberate a Firenze per i casi di tentata corruzione. Curiose però sanzioni e motivazioni: «Si infligge al giocatore Andreolo Michele del Bologna la squalifica a tutto il 30 settembre 1943 (in pratica due mesi e mezzo, ndr) per non aver dato tempestiva comunicazione ai propri dirigenti o agli enti federali di illecita proposta ricevuta (senza conseguenza perché respinta) rendendo impossibile con tale ritardo gli accertamenti e il raggiungimento della prova del fatto». «Ai giocatori Vanz del Bologna, Mornese e Brunella della Roma la squalifica a tutto il 30 settembre 1943 per non aver denunciato con limmediatezza che avrebbe consentito lidentificazione del colpevole del tentativo di corruzione operato da persona rimasta sconosciuta». «Si infligge ai giocatori delle società Bologna, Ambrosiana e Juventus che presero parte alle partite del campionato Bologna-Vicenza, Bologna-Venezia, Ambrosiana-Venezia e Juventus-Vicenza una ammenda pari allammontare delle proprie competenze per il mese di aprile 1943, da devolversi a favore del fondo assistenza giocatori e allenatori, per non avere posto nelle gare suddette il normale impegno di gioco, pur essendo esclusa ogni malafede». «Si infligge allallenatore dellAmbrosiana Ferrari Giovanni lammonizione per aver fatto uscire del campo un giocatore della propria squadra durante la gara (Passalacqua, ndr) esorbitando dai propri poteri e senza avvertire larbitro. La punizione è limitata per provata buona fede dellallenatore stesso». Insomma, il futuro ct azzurro avrebbe persino mandato negli spogliatoi in anticipo uno dei suoi. E a quei tempi non cerano le sostituzioni...
Ma il vero marcio affiora dalla serie C: Biellese e Parma vengono escluse dal campionato per corruzione nei confronti di arbitri e avversari.
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