Corteo con assalto alle banche

Caschi e passamontagna. Lanci di scarpe, bottiglie, fumogeni. Scritte con lo spray. Il corteo contro il G8 che ieri ha attaversato Roma è diventato l’ennesimo pretesto per atti di ordinaria violenza urbana inscenati da persone che ormai non hanno altri argomenti.
La sfida era già forte in partenza. Studenti, precari ed esponenti dei collettivi di sinistra sono partiti infatti da piazzale Aldo Moro, davanti all’università La Sapienza, in barba al nuovo regolamento sui cortei, che prevede solo sei possibili itinerari - ma non quello. L’Onda aveva a sua volta accolto i gruppi di Action e dei Blocchi Metropolitani dei Precari, che erano partiti dalla stazione Tiburtina. Il corteo, non autorizzato e che non è scortato dalle forze dell’ordine, ha attraversato Castro Pretorio e piazza Indipendenza per unirsi poi, a piazza della Repubblica, a quello autorizzato organizzato dai sindacati di base. Un altro corteo «fuorilegge», quello del coordinamento cittadino di «Lotta per la casa» è partito invece da Porta Pia. «Alemanno - hanno gridato i manifestanti irregolari - questo è il nostro protocollo sui cortei. Scendiamo in strada e la blocchiamo quando ci pare». E poi: «Ma quali divieti, ma quale zona rossa, occupiamo ovunque. Roma è tutta nostra».
Gli slogan minacciosi con il procedere del corteo si sono trasformati in atti di vandalismo e di disobbedienza. Particolarmente prese di mira le banche: primo blitz in via Cavour, quando un gruppo di manifestanti si sono staccati dal corteo per lanciare vernice rossa, uova, petardi e fumogeni contro l’Unipol e l’agenzia immobiliare Pirelli Re. Sui muri sono state tracciate con lo spray le scritte «Case per tutti», «Ridatece i sordi» e «Brucia le banche». Alcuni fumogeni hanno spaccato i vetri delle porte della banca. Poi, all’incrocio con via dei Serpenti, a essere presa di mira con lanci di uova e vernice rossa è stata un’agenzia della Cassa di Risparmio di Rimini. Infine in corso Vittorio nuova azione contro la filiale della Banca Intesa-San Paolo. Due vetrine sono state colpite con bottiglie di vetro, petardi e vernice, una è stata danneggiata.
Non è finita qui. Momenti di tensione tra polizia e manifestanti in piazza dell’Esquilino quando alcuni giovani si sono staccati dal corteo per andare a colpire con un’azione dimostrativa la sede della società assicuratrice che ha messo in vendita alcuni appartamenti in via Pincherle. I poliziotti sono venuti a contatto con il gruppo di manifestanti. La situazione è tornata alla normalità nel giro di pochi minuti. Poi, al passaggio davanti al ministero della Funzione pubblica, gli studenti hanno lanciato contro l’edificio scarpe emulando il gesto di un giornalista iracheno contro l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Decine di scarpe rimaste a terra sono state bruciate.

I manifestanti non hanno risparmiato nemmeno l’Altare della Patria, nei pressi del quale sono stati lanciati cinque fumogeni, uno lanciato addirittura oltre la cancellata del Vittoriano. Il corteo si è concluso a piazza Navona, lasciandosi dietro l’acre odore dei fumogeni, le solite cifre esagerate sui partecipanti (60mila per gli organizzatori) e tanta amarezza.

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