Sara Parmigiani
Incontreranno lassessore Vittorio Sgarbi il 4 settembre, i tanto discussi street artist, promotori di nuove idee per larredo urbano, con cinque progetti pilota da sottoporre allocchio critico dei cittadini milanesi ed a quello decisivo della Giunta. Una volta stabilito che non si può far confusione tra un poeta di strada e un giovane writer, resta da capire quanto in là si possono spingere i nostri artisti: lassessore alla Cultura ha già espresso il suo interesse e guarda con occhio curioso e ben disposto questi nuovi esponenti dellarte contemporanea, decisamente urbana e dedicata a tutti, ma non per questo compresa da tutti. Il progetto è definito «Riqualificazione artistica dello spazio urbano milanese», e già la scelta di termini quali «riqualificazione» o «operazioni artistiche» che si trovano sfogliando il programma, è sicuramente in grado di rendere lidea degli obiettivi che accomunano questi artisti, e delle serie intenzioni, ben diverse da quelle mutevoli, autocelebrative e spesso abbastanza volgari dei «comuni graffitari».
Nessuna sfida però nei confronti dei graffitari, però: nessuna intenzione di iniziare una battaglia a suon di pennelli e bombolette. «Tengo a precisare che non ho nulla contro gli autori di graffiti - afferma un poeta di strada - solo credo che il rispetto urbano sia qualcosa che innanzitutto è responsabilità personale. Quando firmi un muro - continua lartista - devi sapere che appena risalgono a te e ti ritengono responsabile ti quereleranno, e non lo fai di certo per amore delle denunce. Ma se ti esprimi alla luce del sole, se ti metti alla prova perché credi di poter offrire qualcosa di nuovo, e magari di meglio, alla città, allora non hai di che nasconderti e sei disposto a pagare il prezzo di questo stile di vita».
In realtà ciò che in fondo anima questo poeta di strada di nome Ivan - sicuramente non nuovo a chi legge i muri di Milano - è la possibilità di confrontarsi e dialogare con «lintorno», con lambiente e i suoi abitanti, gli stessi abitanti che legalmente possiedono treni, pareti e saracinesche, e sempre gli stessi abitanti che dopo aver inveito contro di lui si trovano a fornirgli consigli, suggerimenti, opinioni. Interesse, insomma. Si fermano per guardare, leggere, capire. Magari aver voglia di rispondere.
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