(...) E invece, ieri, come potete leggere nellarticolo della nostra Stefania Antonetti - una delle persone più precise, corrette e perbene che ci sia al mondo, una che non forza le notizie e rispetta tutti, soprattutto la verità -, Marta, Margherita e gli altri non sono andati oltre alla «settimana dei diritti», a Edoardo Sanguineti, a Fernanda Pivano, a Fabrizio De Andrè, a Umberto Bindi... Tutti o quasi tutti nomi rispettabilissimi, per carità, ma non propriamente roba nuovissima.
Intanto, mentre i pensatori del Comune elaborano questo, cè un signore che si chiama Vincenzo Spera che mette in piedi un cartellone di musica leggera e di teatro comico di tutto rispetto, qualcosa che rende, almeno sui concerti, Genova davvero Superba. E il bello è che lo fa senza soldi pubblici. Un tempo, almeno, cera la Provincia di Alessandro Repetto che dava una mano. Ora nemmeno quello. Eppure, senza piangere miseria un giorno sì e laltro pure, ma solo rimboccandosi le maniche e lavorando sodo, Vincenzo Spera è riuscito a portare a Genova i più grandi artisti italiani.
Intendiamoci, non è che Spera sia un benefattore. Il pubblico dei suoi concerti paga il biglietto. E Spera è un imprenditore che punta a fare utili. Ma è un imprenditore che rischia del suo. Se il concerto va bene, ci guadagna. Se va male, ci perde. Come succede nelle aziende.
Eppure, nonostante sia un imprenditore, o forse proprio perchè è un imprenditore, riesce a firmare un cartellone molto più alto, ad esempio, di tante cose che si vedono al Carlo Felice negli ultimi tempi (Certo, poi, allinterno della stagione di Spera cè anche Beppe Grillo, che personalmente non mi esalta. Però rispetto coloro a cui piace e che pagano un biglietto per vederlo). Non mi intendo di opere, ma più di un appassionato non si è ancora ripreso dalla Traviata vista ultimamente nel nostro teatro dellopera, anche se, per onestà intellettuale, devo dire che Lelisir damore è stato unanimemente ritenuto migliore. E, quindi, credo che il concerto di Lucio Dalla e Francesco De Gregori possa essere meglio della media della stagione operistica presentata da un Carlo Felice abbastanza allo sbando.
Insomma, Spera è davvero bravo e fa davvero Cultura. Anche cultura in senso economico, visto che rischia e guadagna del suo. E mi fa piacere che lunedì sera abbia guadagnato: alla Tosse cera Max Gazzè e il teatro era tutto esaurito, con la gente in coda in stradone SantAgostino. Mi fa piacere perché il concerto, al netto di una ventina di minuti inutili, è stato bello e divertente.
Parole in cui credo ci sia molta più poesia di quella di coloro che si autoproclamano «città della poesia».