"Così ho trasformato il primo appuntamento in un vero show"

Il conduttore del programma di "dating" di Real Time ci svela il segreto del suo successo

"Così ho trasformato il primo appuntamento in un vero show"

Primo appuntamento. E anche veloce. Due o tre domande e subito si vuol capire se la persona che ti sta di fronte è quella giusta per iniziare una storia d'amore o un semplice flirt o un viaggio in compagnia. Succede anche questo nel mondo post pandemia. La gente ha fretta di vivere, non vuol perdere tempo. E lo fa anche quando va in tv. Lo ha ben notato Flavio Montrucchio, alla sua quinta stagione del dating show della piattaforma Discovery intitolato appunto Primo appuntamento che torna in onda da stasera, alla 21,20 su Real Time. L'idea è quella di sempre: single che si incontrano al ristorante per vedere se scatta la scintilla.

Flavio, ormai sei in onda da cinque anni per tutto l'anno, compresa l'estate con la versione in crociera. Gli spettatori hanno propria voglia di sentir parlare di sentimenti

«Sono stupito pure io. Siamo partiti nel 2017 con sette puntate e ora ne facciamo trenta. E con ascolti più che soddisfacenti che sono cresciuti man mano. Spesso battiamo anche la concorrenza. Vuol dire che il pubblico apprezza».

Perché le persone continuano a guardare uno show che si basa su un assunto fittizio, o diciamo raro, come innamorarsi al primo colpo?

«Per diversi motivi. Prima di tutto perché l'amore è un tema che ci rende tutti uguali, in qualunque situazione economica o sociale ci troviamo. Poi perché le sensazioni, le emozioni, gli imbarazzi che nascono in uno di questi incontri si possono trasmettere solo grazie alle immagini, non si può farlo sulla carta stampata o attraverso i social».

Hai notato un cambiamento nel modo di approcciarsi ai rapporti personali prima e dopo il Covid?

«Ovviamente il nostro è un piccolo campione, ma vedo soprattutto nei giovani un desiderio di accelerazione. Insomma si siedono al tavolo del ristorante e velocemente vogliono sapere se è la persona giusta. E questo è un problema per il programma, perché la suspence è un ingrediente fondamentale e se uno dei due dice subito no il gioco un po' si perde».

Dopo tante puntate non è tutto un po' scontato?

«No, il meccanismo è sempre lo stesso, ma sono le persone che fanno la differenza, ognuna ha una storia diversa da raccontare, dalla donna che si è appena separata dal marito, alla signora anziana, al ragazzo down, al giovane omosessuale. Noi non mettiamo limiti, se non quelli ovviamente della buona educazione, e non diamo etichette».

E bisogna stare attenti a chi mettere nello stesso tavolo.

«Infatti il lavoro più importante è quello che viene prima di andare in onda, il casting. Io personalmente questa volta ho girato tutta l'Italia per selezionare le persone giuste e per gestire gli abbinamenti. Il 40/50 per cento dei partecipanti al programma poi si frequenta veramente, almeno per un po' di tempo e il 3 per cento si è sposato».

Vi sarà capitato di incontrare persone di tutti i tipi.

«Assolutamente, alcuni si comportavano come se fossero sul lettino dello psicanalista raccontandoci i particolari più intimi o scabrosi. In qualche caso abbiamo dovuto cancellare delle registrazioni».

In questa nuova stagione ci saranno dei cambiamenti?

«Alcuni refresh. Intanto cambiamo ristorante, la nuova location sarà in una villa settecentesca a Tivoli, vicino Roma. Cambia così anche lo staff. Poi io smetto la giacca rossa da Cupido per una un po' più scura, color amaranto».

Lei fa il messaggero d'amore e ne è una dimostrazione vivente: è sposato da quasi vent'anni con Alessia Mancini e avete due figli, Mya e Orlando. Domanda di rito: qual è il segreto della longevità di coppia?

«Me lo sono chiesto spesso. Penso che la risposta sia nella fortuna di crescere e cambiare insieme, evolvendo nella stessa direzione. Probabilmente se io oggi incontrassi la Alessia di vent'anni fa non mi innamorerei o viceversa. E noi questa fortuna l'abbiamo».

Tua figlia Mya ha 14 anni. Ti farebbe piacere se partecipasse tra qualche tempo a un programma come Primo appuntamento per incontrare l'anima gemella?

«Beh, se lo presentasse il suo papà si».

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