Politica

Così l’onorevole perde 1500 euro al mese

Gli enti locali obbligati a fare un rendiconto al governo entro novembre

Emanuela Fontana

da Roma

«Bisogna iniziare a fare dei sacrifici, e iniziamo noi». Il primo a porsi la cenere sul capo e a confermare che il rigore politico partirà dai politici è il presidente della Camera Pieferdinando Casini.
Segretari, deputati, europarlamentari, presidenti di Regione con rispettivi consiglieri, giunte e consigli provinciali e comunali, persino le circoscrizioni con i loro consiglieri, oltre che gli organi della giustizia amministrativa e il Csm, secondo una norma collegata alla Finanziaria, vedranno una riduzione del loro compenso del 10%. La stangata delle buste paga per tutti gli eletti del Paese è contenuta nel testo del governo collegato alla legge sulla manovra economica intitolato: «Riduzione dei costi della politica», che prevede anche un blocco delle spese per le consulenze nelle amministrazioni per il 2006.
Nessuno è esente dalla scure di Palazzo Chigi: gli unici non citati sono i ministri. Il taglio del 10% viene invece disposto per i sottosegretari e per le «indennità mensili» dei parlamentari: «Sono rideterminate in riduzione - si legge nella “riduzione dei costi della politica” - nel senso che il loro ammontare massimo, ai sensi dell’articolo 1 comma 2, della legge 31 ottobre 1965, è diminuito del 10%». Si precisa poi che il provvedimento interesserà anche le comunità montane e i consigli di amministrazione e gli organi collegiali delle società controllate dai Comuni «per esigenza di coordinamento della finanza pubblica sono rideterminati». Gli enti locali dovranno anzi fornire un rendiconto al governo di come hanno rispettato questa disposizione fra due mesi: avranno l’obbligo di trasmettere «al ministro dell’Economia e delle Finanze, entro il 30 novembre 2005, un’attuazione sulle disposizioni di cui al presente articolo e sui conseguenti effetti finanziari».
E se non fosse chiaro, arriva un avvertimento ai sindaci dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti: «I sindaci politici che parlano di tagli al sociale - spiega - non dicono il vero. Invece di minacciare tagli al trasporto pubblico, dovrebbero cominciare dai tagli al trasporto “blu”. Un esempio sui risparmi ce l’ha dato il capo dello Stato, che ha ridotto le spese generali del Quirinale per il prossimo triennio (49 milioni ndr)». Casini è sembrato appoggiare ieri in pieno il testo-stangata per i politici: «È giusto che la classe politica dia una prova di responsabilità e di esempio per gli altri - riflette -. L’idea è corretta. Non si può chiedere al Paese dei sacrifici, ma poi aspettare che comincino gli altri a farli». Mentre An con Donato Lamorte, della segreteria politica, esprime «soddisfazione per l’inserimento della nostra proposta di riduzione dei compensi ai politici».
Il testo del governo contiene infine un passaggio sui «compensi dei componenti gli organi di autogoverno della magistratura ordinaria, amministrativa, contabile, tributaria, militare». Dal Csm (dove un gettone di presenza è di 150 euro lordi) al Consiglio di Stato all’Avvocatura, tutti secondo questo testo si devono uniformare al taglio del 10% delle buste paga. L’enorme risparmio su queste sforbiciate di stipendi, che non è ancora stato esattamente calcolato, confluirà nel «fondo nazionale per le politiche sociali presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali».
I calcoli sono ancora in corso, ma le cifre non sembrerebbero affatto piccole. Con questa disposizione, un deputato dovrebbe rinunciare a meno di 1500 euro al mese netti, più di uno stipendio medio degli italiani, ma poco in confronto ai 14.135 euro che ogni inquilino della Camera porta a casa mensilmente. La «decurtazione» non è molto differente per i senatori. Questa cura dimagrante delle indennità però permetterebbe di far risparmiare allo Stato oltre 2 milioni settecentomila euro al mese, mentre quasi altri 100mila euro arriverebbero dalle buste ridotte degli europarlamentari.
Secondo i dati del ministero dell’Interno solo gli amministratori comunali sono 139mila e ogni stipendio (gettoni e indennità per i consiglieri) verrebbe ridotto di un minimo di cento euro fino a un massimo di 800 euro dei sindaci dei Comuni con più di 500mila abitanti. Ma ci sono poi Regioni, Province, circoscrizioni.

Il testo del governo prevede anche che tutte le pubbliche amministrazioni non stipulino contratti di consulenza per costi superiori a quelli di quest’anno.

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