nostro inviato a Mestre (Venezia)
La più stranita sul ciglio della tangenziale è una signora dai capelli bianchi e gli occhi increduli. Iole Barbato, con la cugina Edda, possiede un appezzamento alle spalle del futuro campo nomadi. Vi si arriva soltanto attraversando il terreno contestato. Laltro giorno il contadino che lavora quella terra ha trovato il cancello chiuso dai lucchetti messi dallimpresa che ha in appalto i lavori del campo.
Signora Barbato, sapeva che stavano arrivando camion e ruspe?
«Il comune non mi ha mai interpellato. Eppure dovevano sapere che sulla loro area cè una servitù di passaggio che mi dà il diritto di transitare. Ora è impossibile mettere piede nel miei terreni».
Il progetto prevede un passaggio?
«Macché. Nulla di nulla. Per i nomadi si fa tutto, per i cittadini normali niente. Qui, su questo tratto di via Vallenari, non cè illuminazione pubblica, non passano i camion dei rifiuti né gli autobus, non cè un collegamento pedonale con Mestre.
Come farà a coltivare i suoi campi?
«Spero che me lo dica il sindaco».
«Non siamo più padroni a casa nostra»: è uno slogan che oggi si sente spesso.
«È incredibile, ma per me è proprio così, letteralmente».
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