Così è passata la linea dura: decisivo l’intervento di Ruini

Nel Consiglio alcuni prelati cercano di ammorbidire la portata politica del documento. Ma poi prevale la posizione dell’ex capo della Cei

da Roma

«È stata una discussione approfondita e vivace, lo ammetto. E alla fine hanno pesato molto le parole del nuovo presidente Bagnasco e del cardinale Ruini». Così uno dei trentun vescovi che hanno partecipato alla discussione del Consiglio permanente racconta al Giornale la non semplice «gestazione» della Nota della Cei sui Dico. «Ci siamo confrontati - racconta - e il principale oggetto del contendere sono state proprio le due citazioni tratte dai documenti della Congregazione per la dottrina della fede. Qualche mio confratello avrebbe preferito ometterle». Tra coloro che più si sono distinti negli interventi tesi ad «ammorbidire» per quanto possibile l’innegabile portata politica della Nota, ci sarebbero stati il cardinale Poletto, arcivescovo di Torino, gli arcivescovi Forte di Chieti, Rabitti di Ferrara, Ghidelli di Lanciano, Castellani di Lucca, e i vescovi Coletti di Como, Anfossi di Aosta e Miglio di Ivrea. Nessuno ha messo in discussione l’opportunità della Nota, peraltro già ampiamente annunciata: ci si è confrontati sul tono e sulle citazioni. E alla fine il testo è stato approvato senza alcun problema, «in un clima fraterno».
Decisiva è stata la guida del neo-presidente Bagnasco, le cui parole pronunciate lunedì scorso sui Dico sono state riportate nel documento, insieme all’appoggio pieno espresso dai tre vicepresidenti Monari, Chiaretti e Papa e agli interventi dei cardinali Scola, Caffarra e Tettamanzi. Ma decisivo è stato anche l’intervento a fine discussione del cardinale Ruini, che ha ribadito l'importanza del pronunciamento e del riferimento ai due documenti dottrinali promulgati a suo tempo da Ratzinger con l’approvazione di Giovanni Paolo II.
Il «parlamentino» della Cei ha anche deciso alcune nomine che saranno rese note martedì: il nuovo sottosegretario (in sostituzione di Domenico Mogavero, nuovo vescovo di Mazara del Vallo) è monsignor Mauro Rivella; il nuovo direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali e di fatto «portavoce» (in sostituzione di Claudio Giuliodori, nuovo vescovo di Macerata) è don Domenico Pompili, mentre al dottor Vittorio Sozzi, un laico, responsabile del Progetto Culturale, viene affidata la responsabilità di coordinatore degli uffici della Cei.


Infine, trapela la notizia di un incontro avvenuto nei giorni scorsi, tra Bagnasco e il premier Romano Prodi. Incontro dai toni cortesi, che però l’entourage di Palazzo Chigi avrebbe giudicato piuttosto deludente. Forse sperando in una svolta nella linea della Cei che invece non c’è stata.

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