Roma

Così la poesia di Goethe diventa un disegno

Lucio Filipponio

In quella che fu la residenza romana del celebre poeta tedesco J. W. Goethe nel 1786, al primo piano della Casa Moscatelli di via del Corso 18 oggi Museo Casa di Goethe, si celebra in mostra sino al 10 settembre il complesso rapporto che lega poesia ed illustrazione. Sotto il titolo di «Illustrazioni di poesie goethiane» sono raccolte due distinte sezioni che raccontano per immagini le suggestioni amorose ed i tormenti del giovane di Weimar: le litografie dello scultore spagnolo Andreu Alfaro ispirate alle «Elegie Romane» e quelle degli illustratori tedeschi Ernst Barlach, Max Liebermann, Hans Meid, Karl Walser pubblicate, fra il 1924 e il 1926, dall’editore e mecenate d’arte Paul Cassirer. Nei fogli di Alfaro la gioia di vivere e il piacere dei sensi riscoperto da Goethe nella Città Eterna e segnato dalla relazione con il personaggio di «Faustina» si fa tratto stilizzato, così da mantenere una certa distanza: semplici segmenti di cerchi richiamano le forme femminili nella loro corporeità e sensualità, mentre la controparte maschile perde i suoi tratti distintivi e si fa figura asessuata. La seconda e più ampia sezione, invece, raccoglie uno dei più pregevoli esempi dell’illustrazione libraria prodotta dall’Impressionismo tedesco. Max Liebermann, Ernst Barlach, Hans Meid e Karl Walser realizzarono le quattro cartelle illustrando 49 poesie con 104 litografie. Gli artisti furono lasciati liberi di scegliere le poesie, ma ogni lirica poteva comparire una sola volta nell’intera edizione. Le cartelle contengono una serie stampata su carta a mano che unisce le poesie e le illustrazioni e una suite di fogli sciolti su carta giapponese, corredato da studi e varianti. Nelle litografie lo stile dei singoli artisti emerge in maniera individuale, se non addirittura contrapposta. Dalle piccole scene disegnate con tratti leggeri, ma di straordinaria atmosfera di Max Liebermann, per sette poesie, tra ballate malinconiche e allegre romanze, sulla comunione amorosa tra esseri umani, o anche dei, creature acquatiche e artisti si passa al tratto spesso e nerissimo della seconda cartella ad opera di Ernst Barlach: volti marcati e gesti espressivi per raccontare il destino dell’uomo.

Dalle 23 litografie di Hans Meid, allegri bozzetti per cogliere impressioni serali, riflessioni profonde e scene liriche di un amore silenzioso, alle scene burlesche e popolari disegnate da Karl Walzer: insieme scherzi poetici, brevi osservazioni sulla gioia e la sofferenza dell’amore.

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