Trequarti d’ora chiusi nello spogliatoio. Con Mircea Lucescu dopo la sconfitta di Genova con la Sampdoria che gli costò la panchina, e con Roberto Mancini dopo il ko interno col Liverpool che minò la sua carriera in nerazzurro, successe di peggio. Tutti dentro, il direttore sportivo Piero Ausilio, il direttore dell’area tecnica Marco Branca, Rafael Benitez e il suo assistente Amedeo Carboni, davanti le macerie di una squadra ridottaall’osso dagli undici infortuni.
Scontata unità d’intenti, scontata volontà di immediato riscatto, Benitez ha parlato e qualcuno non è rimasto zitto. Ivan Cordoba, sangue interista, voce nello spogliatoio, non ha lasciato sospesi: «Caro Rafa, quello che dobbiamo cercare di evitare, soprattutto all’inizio, è non rischiare di prendere gol, come invece ci è successo. Su questo possiamo migliorare. Poi è chiaro che quando la squadra attacca, sbilanciata per cercare il pari, concede qualcosa in più». Rafa ha sentito, non cambierà modulo, la difesa resta alta su tutta la linea.
Qualcuno gli imputa di non saper essere imprevedibile, troppo lineare, non inventa nulla, l’ultimo esempio nel derby, fuori Obi che si era rotto, dentro Coutinho, con Zanetti che stava giocando esterno dirottato in mediana. Rafa ha ascoltato, non era completamente d’accordo e qualcosa ha detto anche lui: «Sul primo gol eravamo in area in cinque, ma se l’ultimo non attacca la palla... Questa non è una situazione collettiva ma individuale, l’atteggiamento tattico non c’entra». Il riferimento è a Davide Santon che non salta su Pellisier e non attacca la palla. Ora sembra più chiaro come mai il giovane difensore nerazzurro non rientri nei piani di Rafa, al punto che il tecnico madrileno avrebbe dato il consenso a un suo trasferimento al Genoa, in prestito, nell’ambito dell’operazione che dovrebbe portare a gennaio Andrea Ranocchia in Corso Vittorio Emanuele. Branca e Ausilio sono da tempo in pista per convincere Enrico Preziosi, nell’operazione rientrerebbe anche il francesino Biabiany, anche ieri leggero e fluttuante. Tranquilli, Rafa non cambia e il preside nemmeno. Ampie assicurazioni sono arrivate dai dirigenti presenti al Bentegodi e dallo stesso tecnico che non si sente affatto sotto tiro: «Mi chiedete se sento ancora il cento per cento della fiducia da parte del mio presidente? Sì, io penso di sì». Situazione già vista. Moratti si tenne Mancini schiacciato ed eliminato in Champions perché aveva uno scudetto da vincere. Era l’11 marzo quando il tecnico di Jesi si chiamò fuori per la prossima stagione, non mancavano molte giornate alla fine del campionato, il presidente fu molto pragmatico, nel frattempo aveva già in mano il contratto di Josè Mourinho.
Per Rafa conta Dubai e il mondiale per club, non manca molto, peraltro non ci sono in giro traghettatori di livello, due indizi che mettono lo spagnolo in stand by. Benitez pubblicamente ha difeso tutti, pochi hanno difeso lui. Perfino il suo consulente Carboni, il sostituto di Gabriele Oriali, appare avvilito: «La nostra situazione in questo momento non permette margini di errore - ha detto ai microfoni di Inter channel - , ora per noi il risultato è fondamentale. Oggi non è andata bene, ma è stata una partita anomala, l’impegno è stato massimo». Adesso tutti aspettano il Twente sconfitto in casa nell’ultimo turno di campionato olandese e osso durissimo nella prima giornata di Champions.
Capitan Zanetti cerca di presentare un ambiente coeso: «Partita difficile, il terreno di gioco era davvero brutto, siamo entrati in campo con la fame di vincere poi è arrivato il loro gol e il Chievo si è chiuso. È un momento particolare. Qualcuno descrive Benitez troppo signore per darci una scossa. Non ci conoscono, non conoscono questo gruppo. Abbiamo dimostrato, non solo una volta, di avere carattere, giudicateci quando saremo al completo. Chi dice queste cose di noi non merita spiegazioni.
Mercoledì abbiamo bisogno dei nostri tifosi, immagino siano amareggiati come noi ma per vincere abbiamo bisogno di loro». Ieri al Bentegodi la curva nerazzurra non ha neppure visto il gol di Eto’o,aveva già lasciato lo stadio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.