Cosentino si dimette: "Da me nessun dossier" E attacca Fini: "Vuole solo il potere nel partito"

Colloquio a Palazzo Chigi, poi l'annuncio ufficiale: lascia, ma resta coordinatore del Pdl in Campania (leggi la nota). Stoccata a Fini. E sulle accuse: "Estraneo a tutto". Fini: "Atto doveroso"

Cosentino si dimette: "Da me nessun dossier" 
E attacca Fini: "Vuole solo il potere nel partito"

Roma - Abbandona. Nicola Cosentino se ne va. Troppe polemiche, troppe tensioni. E quel voto sulla mozione di sfiducia alla Camera da evitare, servito come una pietanza avvelenata da Fini. Cosentino conferma le dimissioni da sottosegretario del ministero dell’Economia. La decisione è maturata dallo stesso deputato campano, ma velocizzata dal premier durante il faccia a faccia a Palazzo Chigi nel pomeriggio. Cosentino non lascia però l’incarico di coordinatore regionale campano del Pdl. E' il terzo membro del governo Berlusconi che si dimette perché coinvolto in vicednde giudiziarie: il 4 maggio si è dimesso il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, e il 5 luglio il ministro Aldo Brancher.

Lo sfogo Fuori da Palazzo Chigi il sottosegretario si sfoga: "Contro di me è in atto da due anni una persecuzione dal solito circo mediatico, da L’Espresso a la Repubblica, probabilmente perché ho messo fine alle sconfitte del centrodestra in Campania". Ma le accuse arrivano anche dal Pdl, in prima fila il finiano e corregionale Italo Bocchino: "Evidentemente non gli è andato giù che lui ha governato in Campania durante lo sconfittismo...". Poi continua: "Nella storia della Repubblica il mio è un caso isolato. Per quattro volte è stata presentata una mozione per gli stessi fatti. È assurdo. Non esiste un caso analogo nella storia repubblicana". Poi a chi gli chiede se siano opportune le dimissioni di Verdini risponde: "Assolutamente no". Secondo Cosentino, ha ripreso vigore "quello spirito di Tangentopoli che ha fermato l’Italia per anni. Dobbiamo tornare alla presunzione di innocenza, non basta un avviso di garanzia" per rendere colpevole una persona.

L'attacco a Fini Poi attacca Fini: "Il presidente della Camera con solerzia degna di miglior causa, dopo che già per due volte proprio alla Camera dei deputati analoghe mozioni erano state votate e respinte con larga maggioranza, così come anche una al Senato, ha ritenuto di volerle calendarizzare in tempi brevissimi basandosi quindi soltanto su indimostrate e inconsistenti notizie di stampa. Tale atteggiamento ben si comprende ove si conoscano le dinamiche politiche in Campania e coloro che sono i più stretti collaboratori di Fini, come Bocchino che da anni, senza successo, tenta di incidere sul territorio non già per interessi del partito bensì per mere ragioni di potere personale e che alla prova elettorale è sempre stato sconfitto. È risibile che Fini voglia far passare le sue decisioni come se derivassero da una sorta di tensione morale verso la legalità quando si tratta soltanto di un tentativo, anche assai scoperto, di ottenere il potere nel partito tramite Bocchino".

La risposta di Fini "Dimettersi anche per potersi meglio difendere in sede giudiziaria era per l’onorevole Cosentino un atto indispensabile e doveroso di correttezza istituzionale per una evidente e solare questione di opportunità politica" commenta il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Poi sull'attacco personale rivoltogli da Cosentino commenta laconico: "Quello che dice mi lascia del tutto indifferente".

Le dimissioni "Ho deciso di concerto con il presidente Berlusconi di rassegnare le mie dimissioni da sottosegretario per potermi completamente dedicare alla vita del partito in Campania anche al fine di contrastare tutte quelle manovre interne ed esterne poste in essere per fermare il cambiamento" scrive in una nota Cosentino. "L’ipotesi della violazione della cosidetta Legge Anselmi è evidentemente talmente fuori dalla realtà da rasentare il paradosso. Non solo - spiega ancora Cosentino - non vi è stata da parte mia alcuna attività di dossieraggio. Sono assolutamente sereno che la mia totale estraneità non potrà che essere più che comprovata da qualsivoglia indagine".

Berlusconi d'accordo Il premier in una nota difende il sottosegretario: "Ho condiviso la decisione di Cosentino di dimettersi da sottosegretario. Ho altresì avuto modo di approfondire personalmente e tramite i miei collaboratori la sua totale estraneità alle vicende che gli sono contestate. Sono quindi certo che la sua condotta durante la campagna elettorale per la Regione Campania è stata improntata alla massima lealtà e al massimo impegno per ottenere la vittoria di Stefano Caldoro. Ritengo quindi che l’onorevole Cosentino potrà proficuamente continuare a svolgere il suo importante ruolo politico nell’ambito del nostro movimento per consentirci di conseguire ancora quegli eccellenti risultati di cui è stato artefice come coordinatore regionale".

Scontro sulla sfiducia L'opposizione è unita. I finiani con il mal di pancia stanno alla finestra. E l'arbitro, Gianfranco Fini, fischia contro. La mozione di sfiducia di Idv e Pd, firmata oggi anche dall’Udc, nei confronti del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino sarà esaminata dall’aula della Camera la prossima settimana. Mercoledì sera o giovedì mattina, subito dopo il decreto legge sulle missioni internazionali. è quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Pdl e Lega erano contrarie all’esame della mozione in luglio, la decisione è stata quindi presa dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, com’è previsto quando manchi accordo fra i gruppi sul calendario.

Cicchitto non ci sta Il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, ha espresso "netto dissenso" rispetto alla calendarizzazione della mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario all’Economia. "Contestiamo questo metodo di lotta politica che sta usando l’opposizione per cui ogni giorno, magari chiedendo la diretta televisiva in pieno stile Samarcanda o Annozero, si fanno processi alla Camera" ha aggiunto Cicchitto parlando al termine della conferenza dei capigruppo. "Si era detto poi - ha concluso - di concentrare tutte le energie sulla manovra economica".

La Lega critica "Spiace che si decida di privilegiare questioni di palazzo rispetto alle esigenze del Paese come la manovra economica". Così il presidente dei deputati della Lega, Marco Reguzzoni, ha commentato la decisione del presidente della Camera. "Si tratta - ha aggiunto il leghista - di una decisione contraria alla maggioranza parlamentare".

Il portavoce di Fini: "Regolamento rispettato" "Fino a quando le regole attribuiscono al presidente della Camera l’esercizio esclusivo di calendarizzare un provvedimento quando non c’è accordo tra i gruppi, Fini continuerà ad assumersi la responsabilità di calendarizzare i provvedimenti in assoluta libertà di coscienza e come previsto dal regolamento della Camera". Così il portavoce del presidente della Camera, Fabrizio Alfano, replica alle critiche arrivate da Pdl e Lega.

"Può accadere - ha aggiunto il portavoce di Fini - che si scontenti l’opposizione, come nel caso della calendarizzazione del ddl intercettazioni prima della pausa estiva, o che, come questa volta, si scontenti la maggioranza".

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