Costa dieci milioni di euro lo show più caro della tv

Del Noce: «Sconfessata la linea editoriale». Baudo: «Una serata piena di rancori»

Fabrizio de Feo

da Roma

«Avviene solo in Italia che un’azienda paghi tanti soldi a una persona per farsi parlar male contro». La frase, firmata da Gianni Boncompagni, fa riferimento agli attacchi e alle polemiche innescate da Adriano Celentano contro Fabrizio Del Noce e alla cifra stilistica di un programma giocato tutto rigorosamente sopra le righe. Ma innesca anche un altro fronte: quello delle spese sostenute dalla Rai per «RockPolitik». Il programma del Molleggiato vanta, infatti, il record del varietà con il costo per puntata più alto della storia della televisione italiana: più di due milioni di euro per un totale di oltre dieci milioni. Una cifra a cui si arriva calcolando le spese sostenute direttamente dalla Rai, i soldi versati alla produzione, ovvero alla Ballandi Entertainment, quelli spettanti al Clan e quelli spesi per il lancio del programma.
Proprio sulla somma da versare a Bibi Ballandi il progetto «RockPolitik», la cui partenza era prevista per lo scorso 19 aprile, si era arenato. La discordia riguardava circa 250mila euro. Il costo preventivato da Ballandi per ogni puntata era di circa 1 milione di euro, una cifra ritenuta eccessiva dalla Rai che, a suo tempo, aveva fatto firmare a Celentano una clausola contrattuale che prevedeva che la spesa per puntata non dovesse superare il budget del più costoso dei varietà di Rai Uno. Il programma in questione era «Stasera pago io», trionfale show di Fiorello il cui costo si aggirava sui 750mila euro a puntata. È proprio da questa differenza che spuntavano i 250mila euro della discordia.
Il prodotto-Celentano, però, non è un’operazione in perdita. I cinque blocchi pubblicitari con spot venduti a un prezzo oscillante tra gli 80mila e i 125mila euro, più una telepromozione da 425mila euro, coprono abbondantemente il costo del programma assicurando introiti oscillanti tra i tre e i quattro milioni di euro. Ciò non toglie che la prima puntata del nuovo programma di Celentano abbia comunque aperto il vaso di Pandora di ogni polemica, aprendo anche un fronte interno a Viale Mazzini. Fabrizio Del Noce, infatti, obiettivo delle stilettate del Molleggiato, esprime un giudizio secco su «Rockpolitik». «È un programma che non ha più obbedito a una linea editoriale ma ha avuto soltanto del qualunquismo di sinistra. Un servizio pubblico esige un controllo editoriale per evitare che le trasmissioni degenerino nell’anarchia. Purtroppo è quello che è successo». Il dirigente Rai viene difeso da tutto lo stato maggiore di viale Mazzini. E ottiene anche la solidarietà di Pippo Baudo che si esprime anche sulla fattura del programma, dettando una stroncatura senza appello. «Una serata molto ansiosa, piena di rancori, di voglia di spaccare il mondo. Sinceramente questo tipo di show stordisce anche il pubblico» dice il conduttore, secondo il quale nei confronti di Del Noce c’è stata «troppa animosità».

«Celentano vuole scuotere le coscienze, ma dicendo cosa? Che gli operai nell’Ottocento vivevano meglio di oggi? Penso proprio di no». Insomma «questa tv da grande evento, da gesti spettacolari, è preoccupante. Mi ricorda Quinto Potere, dove Peter Finch per gli ascolti si suicida in diretta. Diamoci una calmata».

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