Il giorno prima erano «tutte sciocchezze», il giorno dopo sono «argomenti privi di fondamento». Massimiliano Costa il vicepresidente della Regione respinge le accuse, durissime, rivoltegli nei giorni scorsi da don Alberto Lorenzelli e da gran parte del mondo cattolico sulla riforma della formazione professionale. E punta il dito sui suoi accusatori. Le preiscrizioni tradite di cui parla don Alberto? «La Regione non ha ufficializzato (...) alcuna previsione che lasciasse margini per forme di preiscrizioni. Semmai proprio luso non propriamente corretto delle preiscrizioni ha generato illusioni e delusioni nelle famiglie» che non vanno imputate alla Regione. Ecco, colpa loro. Il mancato confronto con gli istituti? «Da parte della Regione non è mai mancata la volontà (perché ce nè la necessità) di governare insieme, durante tutto il processo e con tutti i soggetti interessati (...) tantè vero che tutte le determinazioni nelle linee generali sono state discusse ed approvate nel Comitato regionale per listruzione e la formazione di cui fanno parte tutti i soggetti attivi del mondo della scuola e della formazione professionale». Ecco, si vede che a don Alberto, o a Mario Lela il presidente del Cnos, non è arrivato linvito.
Si chiedevano i confessi elettori di Costa nei giorni scorsi se davvero Costa avrebbe proseguito per la sua strada. Pare di sì, a giudicare dalla nota firmata dai tecnici dellassessorato. La quale, in verità, fra gli «argomenti privi di fondamento» ne elenca alcuni fuori tema. Precisa che trattasi di fase «sperimentale», lo aveva fatto anche don Alberto. Segnala che maggiore sarà il bacino dutenza, e la questione non era allordine del giorno degli attacchi. Precisa che il decreto dirigenziale finito nel mirino è stato il frutto del lavoro di «Gruppi di valutazione» di cui hanno fatto parte Regione, Province, Università, Ufficio Scolastico regionale, e infatti gli istituti interessati, non altri soggetti, lamentavano la propria esclusione dal confronto. Allaccusa di aver organizzato male i corsi, spostandone alcuni da Genova ad altre città e complicando o impedendo così la partecipazione di molti studenti, la nota ribadisce che «la scelta di individuare alcuni percorsi altri deriva anche dalle scelte strategiche sul futuro sviluppo delleconomia regionale». E alle difficoltà create alla Provincia e segnalate dalla Provincia stessa, replica che «il passaggio delle iscrizioni attraverso la Provincia ha dato maggiore trasparenza ai flussi» aprendo «uninteressante pista di lavoro per costruire un sistema di istruzione e formazione professionale basato su regole certe». Di buono cè che, se come avvertiva don Alberto, molti corsi neppure partiranno per mancanza di iscritti, «le risorse saranno riutilizzate per i percorsi più richiesti». Se la riforma migliorerà, sarà chiaro domani, nellincontro che Costa ha fissato con gli istituti.
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