Qualcuno dice che questa sia una delle mosse di Berlusconi: chiedere a Napolitano di sciogliere la Camera dei deputati. Si va alle elezioni solo per gli onorevoli, mentre i senatori restano al loro posto. Un azzardo politico, ma dal punto di vista tecnico non è unutopia. L'articolo 88 della Costituzione infatti recita: il presidente della Repubblica può, sentiti i loro presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Qui il passaggio delicato. Napolitano dovrebbe ascoltare Fini, con un parere che probabilmente non è vincolante. La Carta, qui, è poco chiara. Cosa vuol dire sentiti i loro presidenti? Fini ha potere di veto? Non sembra. Non è comunque la prima volta che viene sciolta una sola Camera. Ma è successo solo per motivi «tecnici», mai politici. È accaduto nel 1953, nel 1958 e nel 1963. Con tali scioglimenti si ovviava alla differente durata (allora prevista, prima della successiva modifica costituzionale: legge costituzionale 9 febbraio 1963, n. 2) della Camera e del Senato, cinque anni per la prima e sei per il secondo, così da poter svolgere contestualmente le consultazioni elettorali. Nel 1963 una legge costituzionale equiparò la durata delle due Camere senza però nulla prevedere nei confronti dell'articolo 88, laddove esso prevede la fattispecie di scioglimento «anche» di una sola Camera.
Nonostante la mancata modifica di tale articolo costituzionale, si è giunti alla conclusione che la riforma del 1963 ha introdotto nel sistema precedente delle modifiche così radicali e sostanziali da indurre a sostenere, forse, troppo audacemente, che «essa ha anche implicitamente abrogato l'articolo 88 della Costituzione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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