"Costumi o scarpini da calcio, vendere è divertente su Bazr"

Eleonora Cristiani, è tra le prime creator del social. "Lancio solo prodotti che mi rappresentano. Il make-up? Non fa per me"

"Costumi o scarpini da calcio, vendere è divertente su Bazr"
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Dai campi di calcio alla vetrina di Bazr. Eleonora Cristiani, 33 anni, originaria di Cosenza, ormai in pianta stabile a Milano, professione influencer da oltre 200mila follower è stata una tra le prime venditrici/creator di Bazr.

Come ha iniziato?

"Tutto è nato a Cosenza, la mia città e la mia squadra del cuore. Lavoravo per una web TV che seguiva il Cosenza Calcio. Ho iniziato a fare interviste e alcune sono diventate virali. Poi è arrivato il Covid e ho colto l'occasione per buttarmi nei social a tempo pieno. Da lì ho creato un mio format, Oltre il 90º, dove intervisto i tifosi fuori dallo stadio. È stato il mio successo. Ho sempre vissuto lo stadio da tifosa, per me era naturale. E anche se non è stato facile, alla fine ho trasformato la mia passione in un lavoro vero. Il calcio resta il mio cuore, ma ho aperto anche ad altri mondi. Come Bazr".

Quando è entrata in questo progetto?

"Sono stata tra le prime creator a credere in Bazr. All'inizio orientarmi a consigliare prodotti femminili, per me è stata una novità, visto che ho un pubblico prevalentemente maschile. Ma è stato bello riscoprire un lato diverso, parlare di abbigliamento, accessori e sempre in modo autentico. I prodotti che vendo li uso, li testo, quindi i consigli che do sono sinceri".

E come cambia il ruolo da creator "sportiva" a "venditrice" su Bazr?

"In realtà è più simile di quanto si pensi. Creo contenuti, in questo caso sono improntati alla vendita. Invece che parlare di calcio, parlo di outfit anche se abbiamo venduto parastinchi e scarpini con i tasselli. Mi diverto, anche perché Bazr è una piattaforma nuova che mi ha dato un pubblico femminile".

Cosa funziona di più? Cosa le chiedono?

"I look estivi. Ora, per esempio, sto lavorando al progetto Get Ready for Summer. Faccio live dove propongo outfit completi: pareo, costumi, accessori. E la gente commenta gli abbinamenti, chiede, interagisce".

Un ricordo particolare legato a Bazr?

"Senz'altro Casa Sanremo dove Bazr era sponsor. Non ero mai stata al Festival e grazie a Bazr ho vissuto tutta quella magia, follia, entusiasmo. Eravamo tanti creator. È stato come un esperimento sociale riuscitissimo. Giochi, interviste, contenuti divertentissimi. E le sfide a chi vendeva più prodotti, anche i più strani, tipo una scopa"

E con la Kings League, invece?

"La Kings League è la sintesi perfetta tra sport e intrattenimento, il mio mondo. E Bazr ha avuto un'idea vincente diventando sponsor e vendendo le magliette in esclusiva. È un progetto che mi sento tagliato addosso".

Parliamo di numeri. Come funziona il guadagno su Bazr?

"Ci sono provvigioni sui prodotti venduti, quindi è un'opportunità anche per i piccoli creator che magari faticano a trovare brand. Io faccio 5-6 live al mese, creo trailer video e monto tutto da sola. È impegnativo, ma gestibile. E soprattutto dà soddisfazione".

I prodotti da vendere come vengono scelti?

"Sempre insieme a Bazr. Se una cosa non mi rappresenta, non la promuovo. Per esempio il make-up non fa per me, non mi sentirei credibile. Ma per il beachwear, i gioielli o i prodotti sportivi sono nel mio target".

Il suo prodotto più venduto?

"Credo le magliette della Kings League. Ma sull'app di Bazr puoi vedere tutto. E tutto è trasparente".

Ultima domanda: c'è un futuro per questa figura del "creator venditore"?

"Assolutamente sì.

È una figura nuova, ma concreta. E soprattutto una grande opportunità specie per chi è all'inizio. E anche per i brand emergenti: Bazr è una vetrina potente e autentica. Insomma è... figo. Non saprei che altro termine usare... proprio figo".

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