La curatrice della recente mostra su Tullio Crali a Roma, Carla Isabella Elena Cace, si è offesa per la recensione che il Giornale ha pubblicato il 2 giugno a sigla «MScud», che sarei io. Si domanda cosa intendessi nellaffermare che si sta probabilmente preparando il funerale del Futurismo. Si lancia in difesa della mostra su Balla (e siamo daccordo) e anche in difesa del buon Mino Delle Site che non ho minimamente citato.
Poi giunge ai miei «strafalcioni» su Crali, forse senza ben capire quanto ho scritto. Che Crali sia stato un nostalgico lo ammetteva lui stesso. Non capisce cosa centrano Fontana e Burri con gli aeropittori? Era una metafora! Come dire che una volta morto Marinetti nel 1944, non vi erano più i presupposti teorici per continuare ad essere futuristi mentre larte andava avanti. Appunto con lo Spazialismo di Fontana, con Burri, con Afro, con Vedova... Insomma, come dicevo personalmente a Crali, «non aveva più senso fare il futurista oggi (anni 80)». Quindi mi spiace per la dottoressa Cace che si chiede se «questo critico abbia mai visto unopera di Crali degli anni 80»: è caduta su chi Crali lha frequentato a lungo, a Milano, proprio negli anni 80 e con lui ha organizzato la mostra «Futurismo Veneto» a Padova, nel 1990. Proprio per lamicizia, con Crali ho litigato duro. Per quel vezzo tipico di tanti futuristi «fuori epoca» (cui neppure lui fu immune) di rifare le opere futuriste. Altro che artista che «non si è mai ripetuto». Quanto alla mostra, lho vista di corsa, ma volevo vederla, proprio per lui, per Crali. È vero: nella carlinga cerano i quadri appesi, ma scrivendone tempo dopo, ho accennato sbrigativamente alla ricostruzione di parte dellaereo. Ma il punto credo sia piuttosto la scelta discutibile delle opere, che contraddice il comunicato stampa che secondo la Cace io non «dovrei aver visto» e che invece recita che questa è una mostra dellaeropittore futurista Tullio Crali. E va bene lo stesso se alcune opere non erano parigine, ma bretoni: ma che centra la Bretagna con il Futurismo?
Infine, lultimo mio capoverso, dove affermo che questa «non è la prima importante mostra monografica su Crali». La curatrice obietta che i comunicati stampa non spacciano la mostra come la prima importante monografica nazionale, ma solo romana e conclude con linvito «Venga a contestare questo il signor Scudiero!».
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