La crisi dei consumi arriva anche nei supermercati. Addirittura nei discount. Gli italiani comprano sempre meno. Secondo i dati diffusi ieri dallIstat, in marzo le vendite al dettaglio sono diminuite del 5,2% rispetto allo stesso mese del 2008 e, se il calo per i prodotti non alimentari è stato del 5,1%, per quelli alimentari ha raggiunto il 5,6%. Il calo tendenziale - per i tecnici Istat - è il peggiore dal 1997. Questa volta, però, è stato significativo anche per la grande distribuzione, con un -4,8% sul totale delle vendite a fronte del -5,4% registrato dalle imprese operanti su piccole superfici. Un lievissimo segnale di ripresa si è registrato rispetto a febbraio con un +0,1% delle vendite totali, dovuto esclusivamente al comparto non alimentare (+0,2%), mentre lalimentare ha segnato un -0,1%.
I dai Istat sono arrivati nel pieno svolgimento della «Prima settimana europea delle Pmi», dove si sono trovati faccia a faccia il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, e il presidente dellAbi, Corrado Faissola. «Non facciamo giocare in panchina le piccole e medie imprese, che sono il 95% del sistema produttivo italiano e rappresentano il 70% delloccupazione e il 60% del Pil - lappello di Sangalli -. Oggi (ieri, ndr) è Santa Rita da Cascia, la santa delle cose impossibili. Ecco, le Pmi chiedono limpossibile, avere credito dalle banche, tornare a un rapporto di prossimità tra banche e imprese, un rapporto, che come ci insegna la storia, è stato prezioso per lo sviluppo del territorio e dellintero Paese».
Non si è fatta attendere la risposta di Corrado Faissola: «Non è vero - ha detto - che le banche diano i soldi solo alle grandi imprese.
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