Cremona La Lega contro il pugnale sacro dei sikh: «La legge non lo consente»

In nome della libertà religiosa gli indiani sikh possono girare con il coltello sacro. È la sentenza di un giudice di Cremona che ha scatenato le ire della Lega Nord. La Padania ieri dedicava l’apertura alla decisione del magistrato. Per l’indiano sikh girare per strada con il kirpan, piccolo pugnale, è un obbligo religioso. A scontrarsi sono il codice penale e la tutela della libertà di fede assicurata sia dalla Dichiarazione dei diritti universali dell’uomo sia dalla Costituzione, come ha ricordato il giudice Massimo Vacchiano nelle sei pagine di motivazione della sentenza, con cui ha assolto «perché il fatto non sussiste» Lakhvir Singh dall’accusa di avere portato fuori dall’abitazione il coltellino «senza giustificato motivo». Il giudice Vacchiano ha citato un precedente in Canada dove, con sentenza del 2 marzo 2006, la Corte suprema ha ritenuto il porto del kirpan «di per sé non vietato all’interno di istituti scolastici, evidenziando come per poter restringere un diritto tutelato dalla carta occorra che la minaccia sia presente e reale e che i mezzi scelti per limitarlo siano proporzionati all’obiettivo perseguito». In altri Paesi la questione del kirpan ha aperto lo stesso tipo di dibattito e in alcuni casi il permesso di circolare con l’arma è garantito quando il filo del pugnale non è tagliente.

La sentenza di Cremona risulta controversa per la Lega soprattutto dopo che lo stesso tribunale ha recentemente condannato a tre mesi un cremonese fermato dalla polizia in possesso di un coltellino. L’uomo ha spiegato che serviva a tagliare i nastri dei prosciutti della ditta per la quale lavora. Ma in questo caso il tribunale non ha visto «il giustificato motivo».

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