Cresce la rabbia al Centro carni Gli operatori: no al trasferimento

Una delibera del Comune prevede lo spostamento della struttura di via Togliatti al Car di Guidonia

Rita Smordoni

L’approvazione in consiglio comunale della delibera sugli indirizzi programmatici per la trasformazione dei complessi edilizi del Centro carni, che prevede come prima tappa il trasferimento del centro di macellazione di via Palmiro Togliatti al Car di Guidonia, ha scatenato le proteste degli operatori e una dura presa di posizione dell’opposizione. «Demolire e trasferire l’intero stabilimento al Car - avverte Alessandro Piroli, presidente dell’Unione Operatori Centro Carni - porterà il Campidoglio ad affrontare costi molto superiori ai ricavi. Inoltre, sulla giunta graverà la responsabilità d’avere distrutto la realtà mercantile della carne all’ingrosso, che finora ha dato la possibilità ai romani di consumare prodotti di prima qualità ad un prezzo concorrenziale rispetto al resto d’Italia».
Il Comune non ha dato finora agli operatori garanzie di continuità per le loro attività, non c’è un piano industriale di riconversione né la certezza di un adeguato spazio al Car. Che cosa chiedono, quindi, gli operatori? «L’immediata convocazione dal Comune per avere certezze sul nostro futuro. Altrimenti ricorreremo al Tar. In questi anni - prosegue Piroli - operatori e maestranze hanno sostenuto il Centro Carni facendosi carico dei costi propri dell’amministrazione, investendo miliardi per supplire alla carenza di strutture indispensabili e obbligatorie per legge, ristrutturando spazi comuni e realizzando a proprie spese depositi, laboratori e negozi, su incoraggiamento della stessa amministrazione che fino a ieri ha confermato ampie garanzie sul mantenimento della struttura annonaria nell’attuale sito».
In difesa degli interessi degli operatori si schiera il consigliere Michele Baldi, vicecoordinatore romano di Forza Italia: «La delibera denota un grande pressappochismo nella maggioranza, pari solo all’arroganza con cui cerca di intimidire gli operatori». Sulla questione, infatti, gravano problemi che, secondo Baldi, non possono essere ignorati: «La maggioranza vorrebbe spostare il Centro carni al Car senza predisporre strutture adeguate e senza un progetto di viabilità alternativo alla Tiburtina, già congestionata giorno e notte. È necessario, prima che il centro entri in funzione, che Regione e Provincia concertino con i Comuni di Roma, Guidonia e Tivoli e con i municipi dell’Asse Tiburtino, le soluzioni per non appesantire viabilità e mobilità». Chi risarcirà gli operatori del mattatoio per i cospicui investimenti “benedetti” fino a ieri dal Comune? Baldi non ha dubbi: «A meno che la giunta di centrosinistra non decida per un vero e proprio esproprio, cosa che provocherebbe centinaia di ricorsi, dovrà essere l’amministrazione a risarcire gli operatori per gli investimenti e i mutui di questi anni».

Una fitta corrispondenza tra gli operatori e gli assessori capitolini, infatti, starebbe a testimoniare l’impegno del Comune di avallare le rilevanti spese sostenute per strutture che oggi verrebbero di fatto espropriate. Una riqualificazione, insomma, che potrebbero costare cara, senza contare il rischio di un aumento del prezzo della carne del 30 per cento.

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