Il criminologo Bruno: "L'unica soluzione? La castrazione chimica"

Il criminologo Bruno: "L'unica soluzione? La castrazione chimica"

di Paolo Marelli

«Questa catena di stupri seriali si poteva evitare. Come? Con la castrazione chimica. E Bianchini andava sottoposto al trattamento. Purtroppo non c’è altro rimedio per le persone come lui, che soffrono di impulsi sessuali incontrollabili, pensieri ossessivi e compulsivi».
Il criminologo e psicopatologo forense, Francesco Bruno, che sul Giornale di lunedì aveva già disegnato un coerente identikit psicologico dello stupratore seriale, adesso valuta il profilo comportamentale e la personalità perversa del ragioniere arrestato a Roma.
Il maniaco va considerato una persona malata o un criminale?
«Tutte e due. Perché è una patologia psichica ad averlo spinto a commettere questo tipo di reato».
Di quale disturbo mentale potrebbe soffrirebbe?
«È un caso di disturbo di personalità multipla. Cioè una scissione bipolare grave. Una dissociazione fra emozioni e aspetti cognitivi, con una tendenza a isolarsi dalla realtà».
Soltanto così si spiega la sua doppia vita?
«Sì. In lui convivono una persona buona e una cattiva e l’una non accetta l’altra. Sono due personalità in continuo conflitto. Per il lato malvagio tutto diventa possibile, anche un crimine. E non c’è neanche un senso di colpa».
Dove cercare la causa di questa patologia?
«In una infanzia traumatica. Con un padre autoritario, che non dialoga con il figlio. E una madre che è complice del padre, sofferente e tenera. Una madre che non stimola quel senso edipico che un bimbo deve avere per una crescita sana. Da qui l’incapacità di avere rapporti normali e alla pari con le donne».
Nel suo memorandum l’impiegato ha scritto di «voler guarire», come interpretare questa sua volontà?
«Ha la consapevolezza della malattia, ciò conferma che è una persona lucida, ma la sua voglia di guarire era solo un proposito. Sa di essere malato, ma non ha la ferma volontà per curarsi. Vorrebbe guarire come per incanto. È come il tossicomane che dice di voler smettere senza andare in comunità di recupero».
Aspirava a una vita tranquilla e serena, ma circondato dalle donne.
«Voleva a una vita normale. Un lavoro, una casa e una fidanzata, con la quale di solito non si hanno mai rapporti sessuali. E le pulsioni violente vengono represse. Nessuna piega nel comportamento che faccia pensare che poi la notte si possa trasformare in uno stupratore».
In casa gli investigatori hanno trovato libri e film pornografici.
«Conferma il chiodo fisso per il sesso, che voleva praticare sottomettendo le donne».
Come interpretare il suo impegno in politica?
«È un risvolto tipico di queste personalità: l’attenzione per poveri e gli emarginati. Ma la militanza nel Pd è casuale».
Come si cura questo tipo di disturbo?
«Unendo i farmaci alla psicoterapia. Così facendo, in una decina d’anni, Bianchini sarebbe uscito da questa sorta di prigionia mentale. E invece...

»
Invece?
«Già nel 1996, quando fu arrestato la prima volta, andava castrato chimicamente. Ma anche i periti a volte sbagliano».
E ora?
«Se andrà in carcere senza terapie adeguate, quando uscirà, c’è il grosso rischio che ricominci».
Paolo Marelli

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