Crisi, Bce: la disoccupazione ritarda la ripresa 

La recessione punta a una notevole attenuazione. Ma l’Eurozona rischia di dover aspettare fino alla metà del 2010 per assistere alla ripresa economica. Preoccupanti gli "effetti ritardanti" dovuti anche all’atteso aggravamento della disoccupazione. E la Bce avverte: "La spesa pubblica è in aumento"

Crisi, Bce: la disoccupazione ritarda la ripresa 

Bruxelles - La recessione punta a una notevole attenuazione ma l’area dell’euro rischia di dover aspettare fino alla metà del 2010 per assistere alla ripresa economica, a causa di "effetti ritardanti" dovuti anche all’atteso aggravamento della disoccupazione.  Dopo che i primi due trimestri dell’anno si sono rivelati "fortemente negativi", la Banca centrale europea rivela nel suo ultimo bollettino mensile che "l’attività economica dovrebbe diminuire a ritmi molto più contenuti nella rimanente parte del 2009". L'istituto centrale si aspetta che, "dopo una fase di stabilizzazione, i tassi di crescita sul trimestre precedente risultino positivi entro la metà del 2010".

Ritardata la ripresa La scorsa settimana la Bce ha confermato all’1% il principale livello di riferimento sui tassi di interesse, il minimo mai segnato nei suoi dieci anni di attività. Un valore raggiunto dopo che nei mesi precedenti aveva effettuato ripetute riduzioni per rispondere all’aggravamento del quadro economico. Ora l’istituzione monetaria ribadisce che a questo livello il costo del danaro appare "adeguato", termine che potrebbe indicare un orientamento del Consiglio direttivo - in cui siedono tutti i governatori delle banche centrali di Eurolandia - a non modificarlo per il più breve termine. Dal fronte inflazionistico continuano a non giungere segnali di allarme, i banchieri centrali prevedono che "l’evoluzione dei prezzi nell’orizzonte rilevante per la politica monetaria continui a essere frenata dall’indebolimento pronunciato dell’attività economica".

Il nodo disoccupazione La Bce spiega che la sua previsione di una ripresa che stenterà a manifestarsi "tiene conto di effetti avversi ritardanti che verosimilmente si concretizzeranno nei prossimi mesi, tra i quali l’ulteriore deterioramento delle condizioni nel mercato del lavoro". Altri fattori di rischio riguardano il settore bancario-finanziario. Nel capitolo dedicato all’analisi delle prospettive delle finanze pubbliche dei paesi membri, la Bce mette infatti in guardia dalla possibilità che "si renda necessario fornire ulteriore sostegno al settore bancario o che siano effettivamente utilizzate le garanzie pubbliche", decise nei mesi scorsi. Sempre la scorsa settimana i tecnici della Bce hanno aggiornato le loro previsioni su economia e inflazione, e soprattutto per quest’anno questo ha implicato una revisione peggiorativa sulla crescita.

La contrazione della crescita Ora si stima una contrazione del pil dell’area euro tra il 4,1 e il 5,1% sul 2009, cui seguirà nel 2010 una dinamica tra il meno 1 per cento e il

più 0,4%. Sommesse invece le attese sul caro vita, e in questo caso "il Consiglio direttivo si attende che la stabilità dei prezzi sia preservata nel medio periodo, sostenendo il potere di acquisto delle famiglie". 

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