La crisi energetica non tocca la Pisana Aria condizionata ai massimi livelli

Crisi energetica? La Regione Lazio non sa cosa sia. Se tutta Italia si interroga sui modi attraverso cui risparmiare elettricità, la sede del consiglio regionale del Lazio, non si pone neppure il problema. E dire che poche settimane addietro ci fu chi, come l’Eni, propose di andare sui luoghi di lavoro, anche istituzionali, con abbigliamento casual, senza giacca e cravatta, per evitare di accendere i condizionatori. L’idea piacque e anche dalla Camera dei Deputati furono lanciati appelli per dare il buon esempio: vestire casual per risparmiare energia e inquinare di meno. A livello regionale, il primo a cogliere al volo l’iniziativa è stato il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: «Si tratta di un piccolo gesto di auto-educazione per un grande obiettivo». D’altronde si sa, l’Italia è il secondo Paese al mondo per importazione di energia. Ma di queste buone intenzioni, in via della Pisana neppure l’eco. Nei nuovi corridoi che si snodano dall’ingresso principale sono stati installati nuovi condizionatori. Nel raggio di 10 metri ce ne sono circa tre di oltre un metro di lunghezza che soffiano aria gelida anche quando, nel tardo pomeriggio, il consiglio si svuota. Non si sa per quale motivo, la gradazione è sempre al massimo. Anche l’ingresso principale, di recente abbellito con una vetrata, cancelli protettivi e piante decorative, due megacondizionatori fanno bella mostra di sé nell’inutile tentativo di attutire la calura estiva . Una scelta quanto mai bizzarra visto che la reception è situata all’interno di un androne sempre aperto. Il risultato? La frescura si stempera subito, ma lo spreco energetico è assicurato. Un trattamento ancora più esclusivo è riservato ai consiglieri regionali. Gli spazi elegantissimi e riservati, a ridosso dell’aula consiliare, si allineano comodi sofà in pelle sui quali si rilassano i politici tra una legge e l’altra, rinfrescati da bocchettoni a temperatura polare. «Fa troppo freddo? E dire che spesso si lamentano del caldo», ci dice un commesso che preferisce restare anonimo. L’ingegner Vincenzo Ialongo, direttore dei servizi tecnici del consiglio, difende a spada tratta le nuove installazioni e attacca: «In realtà non si tratta di condizionatori – dice - ma di climatizzatori che riciclano aria interna e la reimmettono batteriologicamente pura. C’è un sistema centralizzato attraverso cui si spengono automaticamente. Abbiamo addirittura un sistema di controllo computerizzato». Ma perché ci sono zone polari? «La temperatura è pre-impostata a 24 gradi ma poi c’è sempre qualcuno che abbassa i gradi. Le posso assicurare che stiamo risparmiando molto rispetto a qualche anno fa». E sulla rivolta anti-cravatta? «Io eseguo le direttive di indirizzo politico. Nessuno per il momento mi ha detto niente». Già ma cosa dicono i politici della Pisana? In un fronte bipartisan tutti si dicono d’accordo sul principio ma non sul metodo. Il primo a parlare è Alessio D’Amato, capogruppo di Ambiente e Lavoro: «Qui ci sono un sacco di sprechi. Il “no cravatta day”? Eccomi - dice facendo bella mostra di una polo a collo scoperto -. D’accordo, più che d’accordo». Rifugge dalle iniziative estemporanee Giuseppe Parroncini, capogruppo dei Ds: «Sì ci vorrebbe un po’ più di sobrietà sia d’estate che d’inverno. Ci sono sprechi, ma io sarei più orientato per una campagna di educazione sul risparmio energetico».

Vestire casual? Non se ne parla proprio, dice Francesco Lollobrigida (An): «S’inizia così. E chissà come va a finire: m’immagino consiglieri in costume da bagno. Una politica dei tagli dev’essere presa a livello nazionale e non solo dal Lazio».

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