Economia

Crisi, la scure dell'Ocse sulla crescita europea "Italia, sarà recessione"

Outlook negativo per tutta l'Europa. Tagliate anche le stime del pil tedesco. Torna a crescere la disoccupazione. Obama: "Ripercussioni anche negli Usa" Oggi è il Btp day: "Ricompriamoci il nostro debito"

Crisi, la scure dell'Ocse  sulla crescita europea "Italia, sarà recessione"

"L’economia globale si è significativamente deteriorata dal precedente economic outlook". Nell’ultima versione delle stime dell’organizzazione il capo economista dell’Ocse, Pier Carlo Padoan, prevede che nel 2011 il pil dell'Eurozona segnerà una crescita dell’1,6%. Tutt'altro che un dato positivo dal momento che l’Ocse ha tagliato la stima precedente di crescita del 2%. Al ribasso anche la stima sulla Germania che passa da +3,4% a +3%. "Le economie avanzate stanno rallentando e l’area euro sembra essere in lieve recessione - ha spiegato Padoan - le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito nell’area euro stanno diventando sempre più diffuse".

In calo molto più sostenuto le stime sul 2012. Eurolandia retrocede da +2% a +0,2%, mentre la Germania cala da +2,5% a +0,6%. Male anche il pil italiano che quest’anno crescerà dello 0,7%, ma l’anno prossimo l’andamento dell’economia sarà negativo (-0,5%). L'Ocse taglia anche le precedenti stime: +1,1% nel 2011 e +1,6% nel 2012. "La crescita - secondo l’outlook dell’organizzazione - tornerà nel 2013 con un pil in aumento dello 0,5%". Mentre scende il pil, torna a salire la disoccupazion. Dopo un calo quest’anno all’8,1 per cento, dall’8,4% del 2010, secondo le ultime previsioni dell’ente parigino nella penisola tornerà all’8,3% sul 2012, e all’8,6% nel 2013. "Dobbiamo agire con urgenza per evitare il peggio", ha avvertito Padoan spiegando che ci troviamo in "momenti difficili" e "critici". "Nella zona euro - ha poi detto - dobbiamo bloccare il rischio di contagio".

Nel 2012 il Belpaese entrerà in recessione in compagnia di Grecia, Portogallo e Ungheria. Meglio dell'Italia, con una crescita comunque limitata allo 0,3%, ci sono la Francia e la Spagna, mentre il Regno Unito salirà dello 0,5%. L’Ocse ha, infatti, stimato nel 2012 un calo del 3% per la Grecia (dopo il -6,1% di quest’anno), del 3,2% del Portogallo (-1,6% nel 2011) e dello 0,6% dell’Ungheria (+1,5% nel 2011). Nel 2013, poi, sarà l'Italia tra i Paesi dell'Eurozona a crescere meno: +0,5% ancora come Grecia e Portogallo. Proprio per evitare la recessione, l'Ocse ha invitato il governo Monti a "varare importanti riforme strutturali per favorire la crescita". "La stretta di bilancio, combinata con il rallentamento della domanda mondiale e con una competitività debole, sarebbe un ostacolo per la crescita a breve termine, ma è necessaria per assicurare progressi sulla strada della sostenibilità fiscale", ha continuato l'istituto parigino aggiungendo che "la disoccupazione aumenterà e che l’aumento dei salari rallenterà".

Secondo l’Ocse, "il deterioramento della fiducia in Italia è stato in parte auto-generato, visto che l’ultimo governo è apparso esitante in merito al rispetto dei programmi sul pareggio di bilancio entro il 2014, sebbene il traguardo fosse stato previsto inizialmente nel 2010 e confermato del Programma di stabilità europeo". Non solo. Anche "l’impegno per riforme strutturali, nonostante la pubblicazione del Piano di riforme nazionale della primavera del 20120, è apparso in dubbio. Il passo successivo dell’aumento dei tassi d’interesse sul debito ha costretto il governo ad adottare una posizione ancora più rigida sul fronte del bilancio, puntando all’eliminazione del deficit nel 2013". Quindi, è la conclusione dei tecnici dell’Ocse, "la crescita potrebbe essere maggiore se azioni decisive da parte del governo porteranno gli spread rapidamente giù e spingeranno al rialzo la fiducia. Ma la stretta di bilancio è molto severa, necessiterà di una forte determinazione da parte del nuovo governo e potrebbe avere effetti di più forte contrazione di quanto previsto".

La situazione dell'Ue preoccupa notevolmente anche l'America. Barack Obama, attraverso le parole di Jay Carney, ha detto oggi che teme la crisi europea possa causare venti contrari anche sull'economia statunitense.

"Siamo in un'economia mondiale", ha dichiarato Carney "e quello che accade in Europa si ripercuote anche sulla nostra economia. Nell'interesse sia dell'Europa che degli Stati Uniti agire rapidamente".

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