Crisi a sinistra per il decreto «de tapullis»

(...) all’ennesima crisi di nervi della sinistra. La donna sull’orlo e anche oltre è Cristina Morelli, dei Verdi, che sbotta quando vede presentare nel decreto anche un emendamento della minoranza, controfirmato anche da consiglieri di maggioranza, sulla caccia. Ancora questioni tecniche, ma che fanno saltare in aria la Morelli. Lei chiede e ottiene la sospensione del consiglio regionale, imbarazza i suoi, provoca una ventina di minuti di ritardo sul consiglio, mentre il presidente Ronzitti ne aveva concessi cinque. Soprattutto spacca ancora la maggioranza e la sinistra in particolare. In aula si dimostra che l’accordo non c’è. I Verdi votano no, Rifondazione non vota, Tirreno Bianchi si astiene, il resto della sinistra vota sì e l’emendamento passa.
Aria di uscita dalla maggioranza? «Politicamente mi converrebbe anche - tuona Morelli - Non ho niente da perdere, a due anni dal volto ho da guadagnarci. Spero di non doverlo fare perché credo a questa maggioranza. Ma ora non c’è più fiducia da parte mia. Devono farmi cambiare idea, convincermi che si cambia, non sentire Burlando, unico presidente in Italia, che sposa il nucleare».
Dal centrodestra arrivano solo sberleffi per il «decreto omnibus».

«Sono stati costretti a recepire oggi i nostri consigli che avevano rifiutato, correndo ai ripari per modificare leggi appena approvate», sottolineano tutti i consiglieri di opposizione. Che chiosano con Gianni Plinio: «Visto che va di moda il latino, almeno avrebbero potuto chiamarlo decreto de tapullis».

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