Duecentomila firme in un solo giorno. Le hanno raccolte i militanti della Lega Nord nei mille gazebo distribuiti nelle città e nei paesi della regione. Firme che danno voce al volere dei lombardi: lasciate il crocifisso dovè, nessuno osi toccarlo. A recarsi agli stand leghisti armato di penna non è stato solo il popolo dei cristiani o di chi usciva dalla messa della domenica. Hanno espresso la propria volontà anche tanti giovani, tanti cristiani non praticanti, tanti cittadini che ne fanno semplicemente una questione di principio. «Mi sono reso conto ancora di più che si tratta di una questione trasversale, che sta a cuore a diverse fasce di età e di persone» commenta il capodelegazione del Carroccio al Pirellone, Davide Boni che ieri mattina ha fatto un sopralluogo in tre comuni dellhinterland durante la raccolta di sottoscrizioni: Borghetto lodigiano, Opera e Bareggio. «Laffluenza è stata molto alta - spiega a fine giornata -. La gente a gran voce chiede che il crocifisso resti ben visibile nelle nostre aule scolastiche, nonostante una sentenza della Corte europea di Strasburgo, che vorrebbe la sua rimozione».
In tanti, tantissimi, si sono esposti, con tanto di nome, cognome e firma, nella battaglia per difendere il principale simbolo cristiano. Anche quelli che non hanno figli a scuola o che non hanno nulla a che vedere con il mondo dellinsegnamento. «Le migliaia di firme - sostiene Boni - dimostrano che la gente non è più disposta a barattare i simboli della propria identità in nome di una falsa integrazione che vorrebbe cancellare le nostre radici solo per infastidire chi non ha le nostre tradizioni e appartiene a una cultura profondamente diversa dalla nostra».
Commentando laffluenza di un solo giorno, Boni non può che essere soddisfatto. Liniziativa lanciata dal suo partito ha fatto breccia: «Una grande mobilitazione - commenta - che ha risvegliato le coscienze di tutti».
Tanti gazebo della Lega saranno nelle piazze anche la prossima settimana. I militanti del Carroccio in alcuni comuni hanno anche provato a raccogliere le firme porta a porta, in casa della gente e la risposta è stata positiva. A firmare ai gazebo si sono recati anche alcuni stranieri. La gente, insomma, dà seguito alla decisione presa la scorsa settimana dal Consiglio regionale della Lombardia.
Il popolo dei lombardi si fa sentire e sostiene invece che il crocifisso non è discriminatorio perché richiama valori civilmente rilevanti che sono alla base dellordinamento costituzionale.
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