Pier Francesco Borgia - Massimo Malpica
Napoli - Due crolli in due giorni. Dopo il cedimento di un muretto della Casa del Moralista, avvenuto lunedì mattina, continuano i misteriosi crolli a Pompei. A essere interessato è questa volta il Piccolo Lupanare. Probabilmente per le forti piogge di questi giorni, stando almeno a quanto riferiscono dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, sono venuti giù due muretti grezzi di poco conto. Cedimenti che vanno a gonfiare l’insolita casistica dell’ultimo mese. Per un sito archeologico che in duemila anni ha resistito impassibile alla corsa della Storia (e ovviamente alla lava vesuviana) è davvero singolare piegarsi inane a un mese di piogge. Singolarità che, anche se riguarda solo danni a strutture in gran parte di scarso valore artistico e storico, non sfugge nemmeno agli inquirenti che hanno spedito i carabinieri di Torre Annunziata a sigillare buona parte dell’area ( per evitare danni a turisti) e a raccogliere documenti e materiali da fornire ai consulenti della Procura. I magistrati vogliono, insomma, far luce su eventuali connessioni di qualsiasi genere tra i crolli dell’ultimo mese. Nessuno evoca il sabotaggio ma la coincidenza di date ed eventi, che ha portato piccoli danni ad avere un grande impatto mediatico, è di certo anomala. Gli inquirenti sono al lavoro anche sui registri sui quali i custodi raccolgono le loro segnalazioni. Sarebbero sotto la lente di ingrandimento poi alcuni smottamenti e crolli minori avvenuti ben prima del 6 novembre scorso, quando l’area archeologica ha guadagnato gli onori della cronaca a causa del cedimento di una parte della volta della Schola Armamentarum. Nessuna pista viene al momento scartata. Neanche la più banale, ossia che a sbriciolare i muretti sia stata la causa «naturale», le insistenti piogge delle ultime settimane. Le toghe di Torre Annunziata, però, vagliano con attenzione la documentazione fornita dalla Soprintendenza e relativa a tutti i lavori di consolidamento e restauro effettuati negli ultimi cinque anni. Il fascicolo al momento è contro ignoti. Il prossimo passaggio chiave sarà il lavoro dei periti: un’attività tesa a verificare se vi siano altre responsabilità anche in termini di omissioni da parte degli organi deputati al controllo o di ditte chiamate a eseguire i lavori nell’area. Il reato ipotizzato dalla Procura è quello di crollo di costruzioni o disastri dolosi. Tornando alla cronaca, gli ultimi cedimenti sono avvenuti ieri quasi in contemporanea con la «visita» dei carabinieri nell’area archeologica. A venir giù, «causa piogge» secondo quanto riferito dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, due strutture di scarso rilievo. La prima è un muretto di un paio di metri in via Stabiana che divideva due ambienti: a farlo cadere una radice d’albero caduto per il maltempo. Il secondo crollo ha interessato un altro piccolo muro, quello che cingeva l’accessodella casa del Lupanare piccolo, niente a che vedere con i più noti Lupanari affrescati. Insomma, la coincidenza è doppia: da un lato una teoria di crolli ravvicinati nel tempo, dall’altro la scarsa rilevanza dei danni riportati (interessate dai cedimenti sono state in gran parte strutture moderne di sostegno). Eppure, come detto, la sequenza di eventi ha trovato un’ampia eco sui quotidiani italiani, come anche le conseguenti polemiche politiche. Un dettaglio che manda su tutte le furie il titolare dei Beni culturali, Sandro Bondi.
Solitamente compassato, il ministro ieri ha parlato di «spaventosa strumentalizzazione » del «caso Pompei», accusando in particolare la sinistra di non avere «onestà politica e intellettuale» e di mancare di «rispetto per la verità e le persone».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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