Cronaca giudiziaria

"Ho cancellato la data...". Così la preside dava cibo scaduto ai bambini

Emergono intercettazioni sempre più inquietanti sulla condotta della preside "antimafia", arrestata insieme al suo collaboratore per peculato e corruzione

"Ho cancellato la data...". Così la preside dava cibo scaduto ai bambini

Il caso di Daniela Lo Verde, la dirigente scolastica "antimafia" arrestata a Palermo apre una voragine enorme sotto vari punti di vista. La sua facciata di persona irreprensibile e d'esempio per i giovanissimi del difficile quartiere Zen di Palermo si è irrimediabilmente crepata con le intercettazioni e le scoperte fatte dalle forze dell'ordine sulla sua condotta, non così irreprensibile. E questo, proprio per la delicatezza del contesto in cui operava la preside, rischia di mandare un messaggio gravissimo a quei ragazzi, che hanno perso il loro punto di riferimento a causa di una condotta illegale. Quella stessa illegalità che lei di facciata per anni ha combattuto. Emergono nuovi dettagli sulle indagini, soprattutto derivanti dalle intercettazioni che sono state acquisite dalla procura europea che sta indagando su Lo Verde.

Pare che addirittura sia arrivata a servire del cibo scaduto ai bambini della sua scuola. In particolare del burro che sull'etichetta recava il 20 agosto come data di scadenza. Tutto inizia il 31 di quello stesso mese, quando la preside e il suo collaboratore erano impegnati nella preparazione del "Pon cucina" che avrebbe coinvolto i ragazzini dello Zen il giorno successivo. Ovviamente, la dirigente in quel periodo era già intercettata a seguito della denuncia di una docente della sua scuola e la conversazione è stata ascoltata e registrata dalle forze dell'ordine.

"Vuoi vedere se questo burro è scaduto?", ha chiesto quel giorno la preside alla persona che era con lei, che di tutta risposta ha replicato: "Sì, 20 agosto... È perfetto". Ricevuto dalla preside l'ok all'utilizzo, il collaboratore si preoccupava della possibilità che l'insegnante preposto al Pon potesse accorgersene ma con loro c'era un'altra persona, che in un attimo ha risolto il dilemma delle altre due: "Ma guarda glielo apro io... prendi il burro, eccolo". E proprio per evitare lo scaturire di dubbi, il gruppo arrivò perfino a togliere la data di scadenza dalla confezione, come raccontato dalla stessa Lo Verde al suo vice, anche lui ai domiciliari: "Minchia, Dorotea fa: 'Vabbè non vi preoccupate io lo apro e glielo do aperto. E Claudia, invece, ha preso il pennarello nero e l'ha cancellata. Abbiamo cancellato la data di scadenza del burro". Il tutto condito da risate soddisfatte.

La procura sta continuando le sue indagini per andare fino in fondo alla questione ma già da quanto emerso si evince un utilizzo spregiudicato dei fondi europei, che la donna utilizzava per la sua spesa personale.

E lo dimostrano, tra le altre cose, anche gi acquisti di birra e di altri generi alimentari che non potevano essere destinati al consumo da parte dei bambini.

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